Andrea Lunerti, esperto zoofilo che in prima persona interviene per sgomberare le case dai nidi, lancia l’allarme: “Il pericolo è stato sottovalutato. Parliamo di insetti pericolosi e molto organizzati”
Una donna punta da una Vespa Orientalis a Roma, è rimasta paralizzata per diversi giorni. In zona lunghezza, ad inizio settimana è stato rimosso un nido con circa 700 esemplari all’interno del vano che ospita l’avvolgibile della finestra. A fine agosto in zona San Pietro, una famiglia (con una bimba di 15 mesi) tornando dalle vacanze, ha trovato la propria casa infestata. Sono solo alcune tra le decine di segnalazioni che ogni giorno arrivano dalla capitale. Roma è stata invasa dalla Vespa Orientalis, un insetto che sta proliferando in modo incredibile, tra lo sgomento degli esperti. “La mia preoccupazione più grande dichiara in esclusiva a Notizie.com Andrea Lunerti, esperto zoofilo, che da giorni combatte in prima persona contro i nidi che si stanno diffondendo nella città – è che la Vespa Orientalis si espanda nelle campagne limitrofe alla città di Roma e che metta in grossa difficoltà l’apicultura. E’ un insetto predatore, si ferma davanti alle arnie, impedisce alle api di andarsi a nutrire e le cattura, sezionandole e nutrendosi dei loro muscoli interni”.
Com’è la situazione attualmente in Italia. Perchè ci sarebbe un rischio per le apiculture?
Abbiamo la Vespa velutina che sta scendendo dalla Toscana verso il centro Italia, abbiamo il calabrone europeo, un predatore che conosciamo nel nostro territorio e che è sempre stato presente, ora con la Vespa Orientalis l’apicultura rischia davvero grosso”.
Perchè si sta diffondendo moltissimo, soprattutto a Roma?
“Prolifera attraverso la cattiva gestione dei rifiuti. Essendo particolarmente saprofago, si espande e prolifera nei luoghi dove ci sono più rifiuti. Ed attacca, come prime prede le api. Può devastare totalmente l’apicultura. E’ una situazione che va contrastata. E’ l’unico insetto che si è evoluto in zone desertiche, che sopravvive alimentandosi con piccoli esserini che trova nel deserto. Figuratevi come può proliferare in una città come Roma dove ha trovato migliaia di rifiuti mal gestiti, con alimenti in avanzo all’aria aperta. Questo è l’inizio della fine”
Quanti interventi avete fatto nelle abitazioni della capitale?
“Una quarantina quest’anno. Sono tantissimi: in zona Eur, in zona Piramide, in zona Roma Est, e a Monteverde, l’epicentro. Tutto è nato li.
Come fa a dirlo con certezza?
“Io sono stato il primo ad averla identificata lo scorso anno. Da più di 25 anni rispondo alle chiamate d’emergenza dei romani, che trovano le proprie abitazioni invase dai calabroni europei. Io non ho mai visto fino allo scorso anno la Vespa Orientalis. Mai un episodio. Qualcuno, anche a livello scientifico, ha detto che si tratta di una vespa autoctona: non è assolutamente così. E’ stata fatta confusione. E’ presente nei principali porti italiani, che mettono in comunicazione con il nord africa ed il sud est asiatico. Era presente a Genova, dove c’è un grandissimo porto. A Roma è arrivata da poco. Ho visto che anche in Inghilterra e in Germania ne stanno parlando: questa vespa sta conquistando il mondo. E’ uno degli insetti più studiati al mondo, perchè sta colonizzando ogni luogo del globo, creando disagi all’apicultura. Questo vespide è stato oggetto di studio già in Israele nel 1980, ma gli studi sono stati interrotti perchè le tute non sono servite per proteggere dagli attacchi. Poi negli anni novanta fatto salire sullo space Shattle e portato in missione nello spazio per testare la capacità di adattamento ad ogni clima. I risultati sono stati sconvolgenti”.
Perchè?
“La Vespa Orientalis sa adattarsi ad ogni ambiente e ad ogni ostilità. Sono tornate sane e salve dallo spazio ed hanno continuato a costruire il nido come se niente fosse. Ha una forza incredibile. E’ inutile che qualcuno nella comunità scientifica ci accusi di fare allarmismo: noi diciamo solo la verità. E’ arrivato questo insetto che si sta espandendo a Roma e dintorni. Ma non solo. A Napoli sono nei guai. Io ricevo decine e decine di chiamate ogni settimana. A Napoli c’è un importante porto ed è infestata dalla Vespa Orientalis. Le istituzioni non aiutano la popolazione, noi operiamo su Roma e non possiamo muoverci”.
Quanto è pericolosa per le persone?
“Molti pensano che non sia aggressiva, ma per loro vale lo stesso discorso che si può fare per una tigre e per un leone. Anche loro, tendenzialmente non sono aggressivi. Ma se li andiamo a disturbare reagiscono. Il problema qual è? E’ che è molto più facile disturbare una Vespa Orientalis. Faccio un esempio: se scelgono la nostra intercapedine o il nostro vano della serranda per nidificare, ci troviamo in una condizione di conflitto. Noi dobbiamo utilizzare la nostra serranda: tirarla su o giù e non possiamo utilizzare la tuta che ci protegge. Per le nostre attività quotidiana rischiamo di andare a rompere i loro nidi e a quel punto loro diventano molto aggressive. Difendono in modo aggressivo la loro prole e il loro nido. Non sono pacifiche”.
Come ci attaccano?
“Attraverso le punture. Ogni esemplare è in grado di creare più punture. E le loro punture possono portare a shock emotivi. Il dolore è lancinante, fortissimo. Io sono abituato ormai, ma una persona che non lo è, rischia di andare incontro ad un bruciore fortissimo, che il più delle volte porta a svenimenti. A shock. Ho letto di una signora punta su un pullman e rimasta paralizzata per un paio di giorni. Il veleno dell’Orientalis sia più dannoso per le cellule del fegato: è più tossico. Ma queste cose le lasciamo ai responsabili medici. Io mi occupo di sicurezza animale e posso dire che questa situazione andava presa più seriamente. Non come spesso accade in Italia.
Che consigli possiamo dare ai cittadini?
Attenzione alla tapparelle, ad aprire le finestre, a non infastidire questi animali e soprattutto attenzione al fai da te. Questo tipo di vespidi sono aggressive, particolarmente audaci e capaci di attaccare dei soggetti in modo ripetuto. Ci sono state persone che le hanno affrontate senza protezione e sono state punte. Ed alcune sono state male per quattro o cinque giorni. Purtroppo si stanno diffondendo a causa dei rifiuti, che vengono mal gestiti: più cibo lasciamo a disposizione, più c’è la possibilità che vengano allevate tante regine, che sfarfalleranno in autunno e potranno colonizzare la città”.
Il picco quando potrebbe arrivare?
“La prossima primavera. Abbiamo avuto una manifestazione lo scorso anno a Monteverde. Noi abbiamo avvertito tutti, anche i presidi ospedalieri. Ma sembrava un fatto circoscritto. Oggi invece abbiamo fatto degli interventi alla Piramide, all’Eur, in zona lunghezza, in provincia. E a Monteverde gli episodi sono triplicati. Questo ci fa preoccupare. A Monteverde è iniziata l’infestazione: ora si è espansa a tutta Roma. Ieri sono andato a Lunghezza, poi sono stato contattato da un ragazzo di Palombara Sabina. L’espansione è continua e siamo a settembre. Tra quindici, trenta giorni si accoppieranno le regine ed ognuna di loro darà origine il prossimo anno ad una nuova colonia. Potrebbe essere uno scenario terrificante”.
In conclusione?
“Lasciamo altri consigli ai cittadini: chiudete ogni buco, ogni fessura: installate retine di almeno 4 mm in balconi e sgabuzzini, dove le Regine possono trascorrere un inverno caldo e poi creare nuove colonie il prossimo anno. Installare le zanzariere in maniera antecedente alla serranda. Il cemento è il luogo più comune dove le abbiamo rimosse. Questi avvolgibili con le serrande sono stati scelti da questi insetti per i loro nidi. Facciamo in modo di rendere inaccessibile il vano della serranda. Tutto ciò che è intercapedine, dovrebbero essere muniti di retine”.