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Sarri o Mourinho? Un direttore sportivo della Serie A non ha dubbi: “Prendo Sarri”

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Leonardo Marcucci

Durante un’intervista esclusiva per Radio Radio, Guido Angelozzi, storico direttore sportivo, attualmente al Frosinone, ha detto la sua in merito a svariati temi dell’attualità calcistica

Guido Angelozzi è senza dubbio uno dei direttori sportivi più stimati dell’ambiente, anche e soprattutto considerando la sua lunga gavetta in serie minori, prima dell’approdo in Serie A. Attualmente DS del Frosinone Calcio, Angelozzi ha espresso, durante un’intervista per Radio Radio, alcune opinioni divisive su questa Serie A, che, in parte, ha contribuito a plasmare, grazie al suo invidiabile fiuto in fatto di giovani talenti. 

Guido Angelozzi – Notizie.com

Nel corso dell’intervista, il direttore sportivo catanese ha affrontato svariati argomenti, partendo dal felice piazzamento del Frosinone dopo le prime tre sfide del campionato, passando per alcuni commenti sull’ingaggio di Eusebio Di Francesco, fino ad una bocciatura destinata a generare accese discussioni, in merito all’attuale allenatore della Roma.

Il Frosinone può sognare dopo tre giornate

Si parte con un veloce commento sulle prime tre giornate trascorse e sulla rosa assemblata in corso d’opera: “Sinceramente non me l’aspettavo perché la squadra è stata costruita non dall’inizio, ma è stata costruita piano piano, insomma, sono arrivati i giocatori l’ultima settimana, dopo che già avevamo fatto due partite. Devo dire che il nostro allenatore è stato molto bravo dall’inizio anche senza giocatori a dare la giusta mentalità a questa squadra”. Le due cugine romane, Roma e Lazio, sono attualmente dietro e i tifosi vogliono sognare: “Sorrido perché Lazio e Roma sono squadre fortissime. Il mio augurio è quello di trovarmi a fine campionato e essere quartultimo, questo è il mio augurio. Noi vediamo i grandi club dal basso, però essendo una piccola realtà cerchiamo di di metterci tanto impegno, tanto lavoro per cerchiamo di ottenere la salvezza”. Parole che manifestano una massiccia dose di umiltà e voglia di costruire un progetto credibile nel tempo.

Udinese-Frosinone (Foto LaPresse) Notizie.com

Poco dopo, viene affrontata un’annosa questione, che riguarda due stili di scouting diametralmente opposti. Quello basato sulla mera disamina delle fredde statistiche, e quello che, al contrario, tenta di carpire in pochi istanti la natura di un giocatore, per sperimentarne immediatamente le doti. Questo secondo approccio, è quello peculiare di Walter Sabatini, con cui lo stesso Angelozzi ha collaborato in passato: “Quando vedo un giocatore mi confronto con i miei scout. Io ho lavorato assieme a Walter, lo stimo molto, c’è una grande amicizia, abbiamo lavorato a Perugia insieme ed è un intenditore di calcio come pochi. Lui ha molto istinto, io sono uno non dico come Walter, però mi piace il mio istinto. Quando vedo un giocatore subito lo vado a prendere. Le statistiche le vedo poco. A quello pensano i miei collaboratori”. 

La scelta di Di Francesco e l’affare Frattesi

Si passa poi a parlare dei motivi dietro la scelta di Eusebio Di Francesco, sul quale Angelozzi spende parole di grande ammirazione: “La scelta è caduta lì perché noi prima avevamo Fabio Grosso, che ringrazierò sempre perché in due anni e mezzo ci ha fatto vivere questo sogno, ma quando è andato via subito mi è venuto in mente Eusebio perché è un allenatore propositivo che cerca sempre di affrontare le partite con coraggio, con organizzazione. Poi io ho lavorato con lui quando siamo andati col Sassuolo in Europa League, l’ho avuto pure come giocatore a Perugia con Walter Sabatini. C’è un rapporto sì di amicizia e stima, ma principalmente per me è un allenatore che veramente non c’entra niente con il Frosinone, lo dico col massimo rispetto per il Frosinone che non finisco di ringraziare”. Il direttore sportivo, si augura poi che l’ex allenatore della Roma, possa ripetere i luccicanti risultati ottenuti, tanto con i giallorossi, quanto con il Sassuolo.

Frattesi – Notizie.com – © Lapresse

Non poteva mancare anche una considerazione su Davide Frattesi, su cui lo stesso Angelozzi ha creduto sin dagli esordi: “Frattesi per me è un campione, non è un fuoriclasse ma è un campione. E’ un centrocampista moderno, può stare in qualsiasi tipo di squadra. A Sassuolo abbiamo fatto diverse operazioni: c’era Marchizza, c’era Frattesi, c’era Pellegrini, terzino, poi non ci siamo messi d’accordo e abbiamo preso Ricci in quell’operazione (non Matteo, Federico): su Frattesi mi hanno preso per pazzo perché ho speso 5 milioni di euro per un ragazzino. Mi hanno criticato tutti, mi hanno accusato di essere amico della Roma perché in quel momento la Roma aveva bisogno di vendere. L’unico della Roma che si è messo a gridare che non voleva vendere Frattesi era Ricky Massara. Diceva che era l’unico giocatore di prospettiva, però io gli ho detto: faccio l’operazione se c’è Frattesi, se no non la faccio. Però quelli del Sassuolo mi hanno accusato di aver speso troppo”. 

Sarri o Mourinho?

Le ultime battute dell’intervista condotta da Daniele Matera e Enrico Camelio, sono senza dubbio le più succose dell’intero colloquio. I due intervistatori di Radio Radio, infatti, hanno chiesto al DS di scegliere uno tra Maurizio Sarri e Josè Mourinho per un eventuale ruolo da direttore sportivo: “Prendo Sarri perché lo conosco e perché mi piace come fa giocare le sue squadre. Mourinho è un fuoriclasse però non è il mio ideale di allenatore”. Si conclude sulla chiacchierata differenza tra  quegli allenatori che privilegiano la qualità del gioco, e quelli che preferiscono vincere ad ogni costo, senza curarsi del lato estetico della manovra: “Esiste una divisione tra questi due tipo di allenatori. Poi, specialmente nelle grandi piazze, magari attecchisce più un allenatore pratico come Mourinho, un allenatore che ha una comunicazione fuori dal normale, un allenatore che riesce a farsi comprare tanti giocatori.Personalmente mi piace l’allenatore che lavora sul campo, che insegna calcio. Da Zeman a Di Francesco a Fabio Grosso, sono allenatori che a me piacciono, perché mi piace lavorare in un certo modo”.

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Leonardo Marcucci