In merito alla questione relativa al Superbonus ha espresso il proprio pensiero Carlo Bonomi. Il presidente di Confindustria ne ha parlato al quotidiano “Il Corriere della Sera”
Si ritorna a parlare nuovamente di Superbonus. Uno degli argomenti che ha scatenato moltissime polemiche. In particolar modo da parte del centrodestra e del governo che lo ha abolito. Un decreto fortemente voluto dall’opposizione e dei governi precedenti. In merito a questo (e molto altro ancora) ne ha parlato direttamente Carlo Bonomi, Quest’ultimo ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘ dove ha espresso un proprio pensiero.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “È incredibile averli spesi senza una quantificazione ex ante un minimo realistica. Se ne avessimo usato una parte per rafforzare il nostro sistema industriale, il nostro potenziale produttivo e tecnologico, le prospettive di crescita sarebbero diverse. Dico solo che errare è umano, ma perseverare sarebbe diabolico”. Un commento chiaro e deciso in merito alle risorse andate per finanziare il Superbonus.
Superbonus, Bonomi: “L’Italia sarebbe più forte”
“Se le risorse che riguardano il Superbonus fossero andate all’industria credo che l’Italia sarebbe più forte“. Più chiaro di così davvero non si può: Carlo Bonomi ne è altamente convinto. Poi ha continuato la sua intervista in questo modo: “Il timore è che le tensioni geopolitiche per la rivalità fra Stati Uniti d’America e Cina e fra il G7 e i Brics, indeboliscano l’export italiano. Democrazia e libertà sembrano concetti astratti, ma nella realtà contano molto nelle relazioni internazionali e nello sviluppo economico.
Nel mondo le democrazie piene sono 24. La quota di popolazione che vive in piena democrazia è minoritaria. E il quadro in questi anni è cambiato completamente, con il Covid, la guerra e l’avvio della rivalità sino-americana. Quello che mi preoccupa è che in Europa si sta cercando di dare risposte nazionali. E’ un grande errore”.
In conclusione si è voluto soffermate sul Memorandum della Seta con la collaborazione della Cina: “Sul piano commerciale nella sostanza non contiene nulla; anzi molti Paesi senza hanno ottenuto più di noi. Dunque è giusto che il governo si proponga di riequilibrare, ma cancellando l’equivoco politico che faceva sembrare l’Italia parte delle politiche di potenza cinesi. Ora bisogna solo evitare di uscire dall’accordo esponendoci a ritorsioni. Mi sembra sia la strada che il governo persegue”.