Gabriele Natalizia in esclusiva ai nostri microfoni: “La controffensiva ucraina ha ottenuto meno di quanto ci si poteva aspettare. Sui prossimi mesi…”.
In Ucraina si combatte senza sosta e l’arrivo dell’inverno porterà questa guerra a diventare ancora una volta di logoramento. La nostra redazione ha contattato Gabriele Natalizia, professore di Relazioni internazionali all’Università Sapienza di Roma e coordinatore del Centro Studi Geopolitica.info, per fare il punto della situazione e anche ipotizzare gli scenari futuri del conflitto.
Gabriele Natalizia, cosa sta succedendo in Ucraina in questi giorni?
“Bisogna dire che la controffensiva ucraina ha ottenuto meno di quello che ci si aspettava. Forse perché è partita tardi, ma anche i russi si sono difesi bene confermando che i loro problemi erano legati all’offensiva. Ora si va verso la stagione delle piogge e ci sarà una fase di stallo. Si ritorna ad una guerra di logoramento e quindi un tipo di scenario che non porterà a vittore decisive almeno su cambio“.
Momento giusto, quindi, per aprire un negoziato.
“Assolutamente sì, ma per prima consa ci deve essere la volontà delle parti di sedersi ad un tavolo. Però bisogna dire che entrambi potrebbero aver iniziato che a capire che nei prossimi otto-nove mesi la guerra sarà congelata e vanno messi in conto i costi umani economici di una guerra di logoramento. Poi ci deve essere anche una spinta verso la pace di Cina e Stati Uniti“.
Le imminenti elezioni in Russia e Stati Uniti possono dare una mano?
“Sì. Negli Stati Uniti, per esempio, quasi mai ha vinto un presidente che ha basato la sua campagna elettorale su impegni esteri. Gli americani preferiscono che la maggior parte delle risorse economiche vengano usate per questioni interne. C’è anche il voto in Russia, che è sicuramente controllato, ma arrivare alle elezioni con la Crimea ufficialmente annessa potrebbe vedere rilanciarsi il potere di Putin“.
Senza dimenticare che si vota anche in Europa.
“L’Unione Europea ha sempre sostenuto l’Ucraina anche se ha fatto meno delle potenze anglosassoni. I Paesi sono stati allineati con il tema sanzioni, ma hanno cercato di sostenere l’accordo perché alla fine è stato il Vecchio Continente a pagare di più il conflitto. E per questo motivo ci potrebbe essere una spinta ad arrivare alla pace per rilanciare il prima possibile l’economia“.
La situazione tra Putin e la Wagner?
“Per prima cosa bisogna dire che la morte di Prigozhin è strettamente legata alla crescita che la Wagner stava avendo in terra africana. Ora molti mercenari sono entrati a far parte dell’esercito regolare mentre quelli che hanno rifiutato si trovano in Bielorussia“.