L’intellettuale aveva 87 anni ed era malato da tempo, famoso per le sue idee radicali che poi rivedeva
E’ morto a Torino il contraddittorio filosofo e politico Gianni Vattimo, famoso per aver elaborato la teoria del “pensiero debole“. A darne notizia a La Repubblica è il compagno Simone Caminada. Vattimo aveva 87 anni ed è considerato che uno dei più importanti esponenti della corrente postmoderna italiana.
Ha fatto sempre discutere e a volte sembrava lo facesse apposta, solo per il gusto di farlo e di avere una sua opinione che fosse sola ed esclusiva, anche se a volte, a detta di molti, esagerava nelle sue posizioni. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da lui definita “comunismo cristiano” e “comunismo ermeneutico“, un ideale antidogmatico di “comunismo debole” nel pensiero e nell’essere, che si “ispira alla vita comunitaria delle prime comunità cristiane“.
Un ideale che non accetta ed è contrario alla violenza della industrializzazione pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come alle tesi di Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra improntata al dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Oltre alla carriera accademica e ai numerosi volumi pubblicati, Vattimo ha anche intrapreso una carriera politica come europarlamentare, e ha contribuito alla divulgazione della filosofia conducendo programmi televisivi per la Rai.
Pubblicamente omosessuale, gli ultimi anni, già malato, erano stati funestati dalle polemiche sul ruolo di Caminada, condannato per circonvenzione di incapace dopo la denuncia di un gruppo di amici del filosofo.