Emergenza migranti, l’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati Filippo Grandi ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato alla “Repubblica”
Una situazione davvero scomoda ed, allo stesso tempo, molto complicata quella che riguarda i migranti. Negli ultimi giorni la questione si è intensificata sempre di più. Un vero e proprio problema per il nostro Paese, dopo l’arrivo di più di 7mila persone che sono sbarcate sull’isola di Lampedusa.
Hotspot al collasso e momenti di tensione con forze dell’ordine e molto altro ancora. Dall’appello del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che ha chiesto aiuto al ministro della Difesa, Guido Crosetto, arrivano anche le parole da parte di Filippo Grandi. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ne ha parlato alla ‘Repubblica’ dove ha rivelato il proprio pensiero.
Quest’ultimo si è voluto soffermare su vari argomenti. In primis ha parlato del “Piano Africa” che lo ha definito a dir poco indispensabile. Anche se, allo stesso tempo, spinge affinché tutto questo venga fatto. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Ne sento parlare da molto tempo, ma intanto i nostri finanziamenti calano in tutto il continente. E poi vi sorprendete che i sudanesi sbarcano a Lampedusa?”.
Emergenza migranti, Grandi: “Non abbiamo soldi per aiutare rifugiati”
Pochi giorni fa è ritornato da una missione in Ciad: “Nel Paese in questione sono arrivati 400mila sudanesi in fuga dal conflitto. Non mille o duemila. E noi non abbiamo i soldi per aiutare queste persone. Quindi è chiaro che un “Piano Africa” per stabilizzare l’intero continente sarebbe importantissimo, così come lo sarebbe un “Piano Europa””.
In conclusione ha parlato di un patto che, a dire il vero, è già pronto. Almeno da due anni. Anche se ha ancora qualche imperfezione. In merito a ciò aggiunge: “Ovviamente è utilissimo. Bisogna adottare questo tipo di patto, così possiamo andare avanti. Ma se continuiamo solo a parlare, ad ogni crisi avremo sempre lo stesso problema”.
Quando gli viene chiesta quale soluzione servirebbe in questo caso la risposta non si è fatta assolutamente attendere: “Più investimenti in Africa, più aiuti umanitari, e un piano europeo per accogliere le persone in arrivo”.