L’ex capitano e simbolo della Lazio, Paolo Di Canio, ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “Il Messaggero” in cui ha espresso il proprio pensiero
Ancora poche ore e la Lazio potrà dire di essere ritornata, ufficialmente, a giocare un match di Champions League. Allo stadio ‘Olimpico’ arriva, però, uno di quegli avversari che è un vero e proprio “must” della massima competizione europea. Stiamo parlando dell’Atletico Madrid dell’ex, Diego Pablo Simeone. Il tecnico, ovviamente, non intende concedere alcun tipo di regalo ai biancocelesti e vuole andare via dalla Capitale con il bottino pieno.
Affronterà i biancocelesti reduci dall’ennesima sconfitta in campionato (tre ko su quattro fino ad ora). In molti si aspettano una pronta risposta da parte della squadra allenata da Maurizio Sarri. In primis i tifosi. Tra questi ne spunta uno di eccezione che, la Lazio, ce l’ha davvero nel cuore. Stiamo parlando di Paolo Di Canio che, a poche ore dall’importante sfida, ha rivelato i suoi pensieri in una intervista al quotidiano “Il Messaggero“. Anche se le sue parole non sono affatto delle più dolci nei confronti del team delle “Aquile”.
Un ritorno in Champions League che i sostenitori biancocelesti stavano attendendo da qualche anno. L’ultima volta ci riuscirono con Simone Inzaghi in panchina. Di Canio, ovviamente, non si nasconde di certo dietro ad un dito ed affronta i problemi che la squadra sta attraversando in questo periodo.
Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Il mio amore per la Lazio è indiscusso. Stasera sarà una sfida tosta ma aperta. Nella Lazio sono emersi i difetti che la bravura di Sarri aveva coperto. Lui è riuscito ad ottenere il 120% da una squadra che valeva meno, è un grande maestro, non un motivatore”.
Poi ha voluto fare il punto della situazione affrontando vari temi: “La Lazio ha mollato, non c’è più con la testa. Casale e Romagnoli non aggrediscono più l’uomo. O l’atteggiamento cambia, o la Lazio affonda. Immobile che segna di meno? Questo è un problema sottovalutato da allenatore e società.
Castellanos ha fatto qualche partita in Liga, serviva un centravanti pronto. Guendouzi faceva il fenomeno all’Arsenal, ma non è un Gattuso. Gli atteggiamenti di alcuni giocatori a Torino si possono vedere al bar, non in un campo di calcio”.