In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale” è intervenuto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli
Uno degli argomenti principali e, senza dubbio, più discussi del nostro Paese non può che essere quello relativo alla questione dei migranti. Una situazione molto complicata che l’Italia sta affrontando. In primis il governo. Anche se le difficoltà ci sono ed, allo stesso tempo, sono evidenti. Tanto è vero che, in più di una occasione, è stato ribadito il fatto che oramai non si tratta più di un problema europeo, ma generale. In merito a questo tema ha voluto esprimere il proprio pensiero anche Fabio Rampelli.
L’esponente di ‘Fratelli d’Italia‘ e, soprattutto, vicepresidente della Camera ha espresso il proprio pensiero in una intervista rilasciata al ‘Giornale‘. Nel corso della stessa ha voluto ricordare che, in passato, aveva proposto di avvisare i migranti di non partire per l’Italia. Grazie all’utilizzo di telefoni e social network. Per il semplice fatto che, anche nei Paesi africani, hanno questo tipo di comunicazioni. Una idea, che, però, non venne presa sul serio dalla sinistra che, in qualche modo, cercò anche di “stigmatizzare” il suo pensiero.
Con la differenza che, in questo momento, è la Regione Piemonte che sta operando così. Queste sono alcune delle sue parole nell’intervista: “Qualunque persona, anche la più disperata, non va a rischiare di morire con tanta disinvoltura. Mi pare ovvio che i trafficanti di esseri umani pubblicizzino viaggi/crociera in Italia che poi si scoprono essere roulette russe. Una tragedia nella tragedia. Sei mesi fa sono stato crocefisso quando parlai di campagne di informazione sui social in quelle nazioni”.
Poi ha continuato dicendo: “In questo momento credo che nessuna politica di equa distribuzione dei cosiddetti movimenti secondari degli immigrati tra i 27 Stati membri può funzionare se non si contrastano i movimenti primari. Il Commissario europeo ha detto che sarà l’Europa a scegliere chi far entrare e non i trafficanti”.
In conclusione ha aggiunto: “Stiamo costruendo le condizioni per non far partire i barconi dall’Africa, salvando così altre decine di migliaia di vite umane dal rischio annegamenti. Per farlo servono accordi bilaterali, sviluppo del Piano Mattei e investimenti adeguati per sostenerlo unitamente al passaggio culturale da un approccio predatorio voluto contestualmente da una visione turbo liberista e dal suo simmetrico opposto totalitario”.