“Pazza idea” da parte di Carlo Calenda: il segretario di ‘Azione’ è pronto a rivelarla ad Elly Schlein e Giuseppe Conte. Lo ha ribadito in una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica”
A dire il vero è sempre stato un suo pallino. Una idea che aveva nella mente già da un po’ di tempo. Anche se, a quanto pare, adesso è arrivato il momento di mettere il tutto in atto. Carlo Calenda, numero uno del partito ‘Azione‘, ne ha parlato in una intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica“. Come riportato in precedenza è pronto a discuterne con altri suoi colleghi come Elly Schlein e Giuseppe Conte. Una unione tra ‘Azione’, ‘Partito Democratico‘ e ‘Movimento 5 Stelle‘?
In un certo senso sì, ma solamente per uno scopo. Quale? Quello di chiedere, insieme, il cancellierato. Uno schema simile come quello con il “salario minimo“. Queste sono alcune delle sue parole: “Arriviamo a una proposta di legge condivisa da presentare alla destra, in alternativa al premierato. Che non funziona, non esiste in alcun Paese occidentale. Distrugge l’equilibrio dei poteri tra presidente della Repubblica e presidente del Consiglio“.
Poi ha continuato dicendo: “Per farla corta, non si può fare e per noi non c’è alcun negoziato possibile, se la maggioranza di Giorgia Meloni continua ad insistere su questa strada“. Il suo è un chiaro invito alle opposizioni, almeno quello di trovare: “Una sintesi sul modello tedesco. Un cancellierato, che preveda il rafforzamento dei poteri del premier, la possibilità di sostituirlo nel corso della legislatura con la sfiducia costruttiva, una revisione del bicameralismo, che è già morto nei fatti, dato che ormai una Camera fa una legge da sola e l’altra ratifica”.
Nel corso dell’intervista ha fatto sapere che i suoi bracci destri, ovvero Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, nei prossimi giorni contatteranno le altre opposizioni con un unico obiettivo. Ovvero quello di poter intavolare la discussione, in modo tale da rapportarsi anche con Maria Alberti Elisabetta Casellati.
In conclusione si sofferma sul fatto se questa proposta dovesse aiutare coloro che sono considerati “piccoli”, la risposta non si è fatta attendere: “No, non è questo il motivo. Anche perché io ho già detto come la penso sul campo largo. Anche perché Azione non ne farebbe parte“.