“Prima di chiedere la collaborazione dell’Europa e dell’Onu, tutte le Regioni devono collaborare a gestire l’emergenza migranti”.
Andrea Barabotti, deputato della Lega, punta il dito contro la Toscana in particolare, ed altre “che non accettano di sottoscrivere la dichiarazione di emergenza, né di avere sul proprio territorio un centro per il rimpatrio. La Toscana gioca contro le istituzioni italiane”.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni presenta all’Onu il piano italiano per l’Africa composto da sette punti, ma “è evidente che all’Italia questo approccio non basta, i cittadini hanno bisogno di risposte immediate”.
Onorevole Barabotti, non condivide il piano del governo?
“Il piano è la trasposizione in modo organico e strutturato di ciò che il governo italiano ha già iniziato a fare, per quanto di sua competenza. Contiene i propositi già illustrati alle Camere, presuppone un approccio globale a un fenomeno che è tale. L’Italia chiede il sostegno di Europa e Onu per fronteggiare l’immigrazione. Noi sosteniamo l’approccio e riteniamo che sia una soluzione di medio-lungo periodo che servirà a disincentivare le partenze puntando sugli aiuti che possiamo dare all’Africa anche in termini di stabilizzazione. Ma si dovranno stringere accordi diplomatici, quindi è un lavoro che vedrà i suoi frutti tra un po’ di tempo. All’Italia, è evidente, questo approccio non basta”;
Intende dire che servono soluzioni nel breve periodo per tamponare l’emergenza?
“L’approccio del governo è giusto e necessario, ma è evidente che i nostri cittadini hanno bisogno di risposte immediate sul fenomeno migratorio. Sosteniamo l’azione in sede internazionale, però fino a che il resto del mondo non verrà incontro alle nostre richieste, dobbiamo attrezzarci per fare da soli. Ci sono realtà locali che se ne stanno facendo carico ma il problema sta arrivando a livelli insostenibili”;
Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato il provvedimento sui migranti, c’è anche il decreto Cutro. Non basta?
“Per un periodo, con i decreti Salvini del Governo Conte I siamo riusciti a fermare le partenze. Oltre alle leggi però, c’è necessità di un approccio più pragmatico. Emblematico è l’esempio della Toscana: nel porto di Carrara qualche settimana fa Open Arma ha sbarcato qualche centinaio di migranti ed è stata multata sulla base delle nuove norme che regolano il supporto in mare. La nave è stata sottoposta a un fermo di 20 giorni. In questo periodo i politici del Pd locale hanno fatto sflilate sull’imbarcazione e il sindaco ha addirittura dato vita a una colletta per pagare la multa. Quindi da un lato il governo cerca di disincentivare gli arrivi, dall’altro la sinistra ci punta il dito contro e fa tutto il possibile per rendere inefficaci i provvedimenti che il governo ha varato”;
Sta dicendo che le Regioni amministrate dal centrosinistra non collaborano?
“Il punto è questo: noi dobbiamo fare in modo che i migranti non partano, che non arrivino. Ma una volta che sono qui, verificato che non sussista il diritto di asilo, dobbiamo rimpatriarli. Per farlo, serve la collaborazione di tutti. Ci sono Regioni, come la Toscana. che non accettano di sottoscrivere la dichiarazione di emergenza e di avere sul proprio territorio un centro per il rimpatrio. Viene meno la collaborazione istituzionale di fronte a un tema importante: la Toscana gioca contro lo Stato e le istituzioni italiane e il suo caso è emblematico. A causa di una certa sinistra, la collaborazione che noi cerchiamo dall’Europa non ci è data nemmeno dalle Regioni. Da questo punto di vista credo che il governo debba andare avanti e fare il centro per il rimpatrio, anche quando le Regioni non collaborano”;
Come valuta le minacce nei confronti della premier Gorgia Meloni in questi giorni?
“È evidente che sulla gestione dei migranti gli interessi sono tanti e sono di soggetti che non hanno scrupoli, spesso legati alla criminalità organizzata dei Paesi di origine e alcune volte anche di quelli di sbarco. Non mi sorprende che si arrivi alle minacce. Massima solidarietà e sostegno alla premier Meloni, andremo avanti, e sono certo che non si farà intimidire, come non lo ha mai fatto prima nessun altro membro del governo. Abbiamo affrontato dossier molto delicati e già altri ministri hanno sopportato minacce pesanti: sono i rischi del mestiere”.