“Non riusciamo nemmeno a fare una legge sui monopattini elettrici senza cambiarla ogni sei mesi, ora siamo pronti a risollevare l’Africa dai suoi problemi?”.
Si chiede ai nostri microfoni Rachele Scarpa, della Commissione politiche europee alla Camera per il Pd. “In questi giorni a destra ho sentito dichiarazioni veramente fantasiose. Condivido l’intendo della cooperazione internazionale per lo sviluppo dell’Africa, ma non succederà facendo delle dichiarazioni, né scegliendo male gli interlocutori, come sta succedendo in questo momento”.
Onorevole Scarpa, che idea si è fatta del discorso di Giorgia Meloni all’Onu?
“Vista l’importanza della platea ha scelto accuratamente le sue parole. Non riconosco la stessa persona che era all’opposizione e in campagna elettorale. Sul tema dell’immigrazione registro che Meloni è finito il tempo del blocco navale e delle sparate. Stavolta ha dovuto fare leva su altro ed essere più posata e accorta nelle parole, di cui deve prendersi la responsabilità”;
Ha posto l’accento sulla lotta ai trafficanti di esseri umani.
“Credo che quella della lotta al traffico illegale sia la parte più rilevante del discorso. Si è aggrappata all’unico elemento di realtà: i trafficanti esistono, ma non sono l’unico elemento da considerare. Le mafie e l’illegalità non si combattono senza una regolazione, che vuol dire gestione, quindi accettazione del fenomeno migratorio per quello che è: qualcosa che non si può fermare”;
Un passo in avanti è stato fatto nell’ottica della collaborazione tra i Paesi?
“Nel video dei giorni scorsi Meloni ha citato alcuni dati che non sono reali sull’immigrazione a favore della sua strategia. Ha parlato di numeri ingestibili e di un fenomeno mai visto in Italia, ma stiamo arrivando ai numeri del 2016, che sicuramente mettevano il sistema dell’accoglienza sotto stress. Colpevolmente, nessun governo in questi anni ha investito per uscire dall’ottica della gestione dell’emergenza. Oggi Mattarella ha detto che gli accordi di Dublino sono preistoria. Dobbiamo prendere atto che se in questi anni si è fatta tanta fatica anche solo a immaginare di modificarli, non è stato grazie all’impegno della destra in Italia o in Europa, né degli alleati. Ricordiamoci che Polonia e Ungheria hanno sempre messo un veto molto rigido e Francia e Germania hanno rispettato delle regole che penalizzano l’Italia, e che nessuno si è mosso per cambiare”;
Cosa pensa del Piano Mattei per l’Africa?
“Non ho capito ancora in cosa consista, se non nell’elargire mance e credibilità a persone come Saied, che con le loro politiche di compressione dei diritti stanno attivamente causando il problema dell’immigrazione e non si stanno ponendo a garanzia di ciò che Meloni vorrebbe, ovvero l’interruzione delle partenze. Non è successo neppure da luglio, e in generale non penso che il memorandum abbia margini di successo, perché non stiamo ragionando con il leader di uno Stato democratico, ma con un autocrate”.