In merito alla vicenda che riguarda l’emergenza dei migranti ha voluto esprimere il proprio pensiero Luca Zaia. Il governatore del Veneto ne ha parlato al ‘Corriere della Sera’
Nel cuore della notte italiana c’è stato l’importante discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Onu) da parte di Giorgia Meloni. Per la premier si è trattato di un vero e proprio esordio. Un discorso molto interessante, il suo, dinanzi ai leader mondiali di tutti i Paesi. Oltre ad affrontare il tema riguardante il conflitto in Ucraina, ha discusso anche quello dei migranti. Quest’ultimo, infatti, è diventato uno dei problemi principali del nostro Paese.
Soprattutto perché, proprio nelle ultime ore, si sono verificati altri sbarchi in Italia. Precisamente a Lampedusa dove sono arrivati altri migranti. Una situazione che sembra essere diventata davvero insostenibile. Lo si capisce anche dalle parole di Luca Zaia. L’attuale presidente della regione Veneto ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato ai microfoni del ‘Corriere della Sera‘. Il polito si è soffermato anche sui Cpr, ovvero i ‘Centri di permanenza per il rimpatrio‘.
Queste sono alcune delle sue parole: “I Centri di permanenza per il rimpatrio aiutano, ma non bastano. La situazione, in merito all’arrivo dei migranti, è preoccupante se non allarmante“. Il governatore ha voluto definire con due parole, “tempesta perfetta“, quello che sta accadendo in merito all’immigrazione. Allo stesso tempo ribadisce che è necessario: “Rivedere i nostri servizi sanitari, sociali ed educativi. Che rischiano di aprire una questione sociale vera“.
Tornando nuovamente sui Cpr ribadisce: “Sono indubbiamente un anello della catena di gestione, uno strumento che completa la filiera. Ma non risolveranno il problema“. Uno dei problemi da risolvere è quello relativo ai rimpatri. “Quest’anno i rimpatri forzati sono stati 2.270. Nel 2022, sono stati 3.200. La verità è che non siamo in grado di fare rimpatri significativi.
Una procedura complicata che prevede passaggi di carte, organizzazione logistica e anche una scorta, a volte in aereo si vedono quattro o cinque agenti per accompagnare un solo migrante. Insomma: è un’utopia pensare di rimpatriare una parte significativa di coloro che sono arrivati senza titolo. È come cercare di svuotare il mare con un secchio“.