Caos Museo Egizio, il direttore Christian Greco ne ha parlato in due interviste che ha rilasciato ai quotidiani “La Stampa” e la “Repubblica”
Altro che offeso o altro, Christian Greco non considera minimamente il duro attacco che è arrivato dall’assessore di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone. Per chi non lo sapesse, proprio quest’ultimo, ha dichiarato che l’attuale direttore del museo di Torino non deve essere riconfermato e che altre persone, rispetto a lui, sono decisamente più qualificati. Tanto è vero che, lo stesso Greco, ha fatto capire chiaramente di rispettare tutte le opinioni che arrivano sul suo conto e ruolo.
Allo stesso tempo, però, ci ha tenuto a ribadire di avere un “sogno nel cassetto“: ovvero quello di poter ricevere, almeno per una volta, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Anche solo per pochi minuti, senza le telecamere né tantomeno giornalisti. Non solo: il desiderio è quello di raccontarle quello che la sua squadra applica, affinché la loro istituzione possa aprire un importante dialogo. Alla ‘Repubblica’, infatti, ci tiene a sottolineare che la premier è la benvenuta nel suo museo. Tanto da ribadire, in più di una occasione durante l’intervista, che i musei sono dei “ponti“.
Queste sono alcune delle sue parole, a riguardo, rilasciate invece alla ‘Stampa‘: “In Italia ci si concentra troppo e tanto sul direttore e meno sulla squadra: è sbagliato. Appena arrivato avevo 13 persone, oggi sono 70: è il mio orgoglio. Prevalgono le donne. Mi sento un egittologo. Anche all’Università insegno gli aspetti museologici dell’egittologia“. Poi ci tiene a sottolineare: “Bando o nomina diretta? La prima, anche perché io 9 anni fa venni scelto così da una commissione internazionale indipendente“.
Poi solla domanda se un direttore deve essere giudicato dalla politica la risposta non si è fatta attendere: “Ci deve essere una separazione e un sistema di valutazione chiaro. La politica deve indicare la strategia. Credo che ognuno debba fare il proprio lavoro: il politico mostra la strada, i tecnici lavorano agli obiettivi e altri tecnici giudicheranno“. In conclusione ha voluto tirare una vera e propria frecciatina che riguarda il nostro Paese: “In Italia l’ingerenza politica è eccessiva, rovina determinati equilibri. Nei miei 7 anni di lavoro all’estero non ho mai visto un politico“.