Onu, esordio per la premier Giorgia Meloni: i temi che ha affrontato la presidente del Consiglio davanti ai leader europei e mondialiÂ
Câera grande attesa e finalmente il grande momento è arrivato: questa notte (italiana) la premier Giorgia Meloni è intervenuta allâAssemblea delle Nazioni Unite dellâOnu, compiendo cosĂŹ il proprio esordio. Altro che emozionata, la presidente del Consiglio è apparsa sin troppo decisa e sicura di quello che dice. Completo grigio elegante e camicia bianca, la premier ha affrontato il suo discorso riguardante i migranti ed il conflitto in Ucraina, dinanzi a tutti i leader mondiali.
Queste le sue parole: âLâOnu deve condurre una guerra globale ai trafficanti di esseri umani. LâItalia vuole essere in prima fila in questa battaglia. Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e lâItalia intende essere in prima fila su questo fronteâ.
Sul conflitto in Ucraina: âCâè una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dellâimmigrazione illegale di massaâ.
Poi continua: âIlludono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverĂ una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso lâEuropa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. PerchĂŠ a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, lâimportante per loro è solo il margine di guadagnoâ.
âEâ questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite. PerchĂŠ davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo âla fede nella dignitĂ e nel valore della persona umanaâ può voltarsi dallâaltra parte di fronte a questo scempio?Â
Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attivitĂ criminale piĂš profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?â.
âDavvero questa Assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitĂš, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalitĂ organizzata?â. Poi continua a chiedere: âDavvero possiamo dire che sia solidarietĂ accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero diritto ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di noâ.
La premier ha continuato: âBisogna offrire unâalternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, unâalternativa fatta di lavoro, formazione, opportunitĂ nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il âPiano Mattei per lâAfricaâ, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare lâinteresse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progressoâ.
Poi prosegue: âIl punto centrale è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere lâuomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è piĂš. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di piĂš, la povertĂ dilaga, si riaffaccia la schiavitĂš, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralitĂ dellâessere umanoâ.
Questione Africa: âLâapproccio è spesso predatorio. Bisogna invertire la rotta. Nel Processo di Roma abbiamo coinvolto le nazioni mediterranee e diverse nazioni africane su un processo che si snoda lungo due direttrici fondamentali. Bisogna sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dallâaltro, con lâobiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, a non essere costretti a lasciare la propria casa, la propria famiglia, a recidere le proprie radici, trovando nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazioneâ.
In conclusione: âAnche qui bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. LâAfrica non è un continente povero, ma è stato spesso un continente sfruttato. Spesso lâapproccio è stato predatorio. Occorre invertire la rotta. LâItalia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinchĂŠ possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. LâAfrica non ha bisogno di caritĂ , ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosiâ.