Il presidente della Società italiana di scienza politica in esclusiva: “Meloni fa bene a chiedere di lavorare in gruppo, ma il suo atteggiamento in Europa rischia di non aiutare”
Luca Verzichelli, ordinario al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Siena e presidente della Società italiana di scienza politica (Sisp), in esclusiva a Notizie.com commenta il discorso di Giorgia Meloni all’Onu: “È stato ben preparato e importante dal punto di vista del riposizionamento dell’Italia, in coerenza con la carica innovativa di un governo sorretto su una maggioranza inedita, con un baricentro spostato verso destra”.
La premier italiana, secondo il politologo, dovrà bilanciare il volto istituzionale e quello populista: “Il tentativo di tenere insieme la spinta anti-internazionalista e anti-occidentalista è bilanciato da uno stile moderato. Ma fino a che punto si possono coniugare la spinta della leader estremista e populista con quella di statista che vuole tranquillizzare i partner internazionali?”.
Ci sta pensando Matteo Salvini a bilanciare la situazione…
“Il problema è che se Meloni si allontana molto dalla visione populista, Salvini impiegherà pochissimo a scavalcarla su quel fronte lì. Dall’altra parte però, se non tiene la linea dello statista occidentale, è facile che parte dell’elettorato e altri alleati minori tendano a screditarla. Non sarà facile per la premier trovare un equilibrio”;
Professore, gli accordi con i Paesi di partenza, come la Tunisia, basteranno a ridurre gli arrivi dei migranti?
“Certamente no. Lo sanno tutti, compresa Meloni. Questi accordi, senza una visione complessiva e investimenti a livello globale, sono una goccia nel mare. Su questo la premier ha ragione. D’altra parte però, cade in una demagogia assoluta quando dice che finora l’approccio al problema è stato ipocrita. Almeno, non lo è stato quello dell’Onu, che non ha le facoltà. I singoli governi hanno il compito di investire risorse e stringere alleanze economiche e militari per ridurre le disuguaglianze nel mondo e che vengano rispettati i diritti umani. È troppo facile dare la colpa all’Onu: l’ipocrisia riguarda tutti i Paesi occidentali, Italia compresa”;
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito “preistorico” il trattato di Dublino.
“La posizione di Mattarella è stato un richiamo molto forte. È vero che l’Europa ha fatto orecchie da mercante, lasciando ai Paesi del Sud i costi materiali e morali per fronteggiare i flussi dei migranti. Spesso poi, dimentichiamo che i costi finali vengono ripartiti, perché i flussi vengono distribuiti in maniera asimmetrica verso l’Europa. Meloni fa bene a dire che bisogna lavorare in gruppo, ma il suo atteggiamento non necessariamente aiuta. Il tono nazionalista che prevale a fasi alterne rispetto a quello europeista rischia di portare ulteriori conflitti in Europa e con l’Europa”;
Questa è o non è la volta buona che il tema immigrazione viene affrontato e risolto?
“Penso che il Covid abbia dimostrato la capacità dell’Europa di risolvere problemi globali. L’immigrazione riguarda tutta l’Ue e va affrontata, oppure l’Europa scompare e con essa anche i singoli governi. Sarebbe necessario l’europeismo ponderato ma praticato nella misura in cui si predica. Non si può predicare, poi litigare. O dirsi nazionalista e poi “fare gattini” al prossimo appuntamento in Europa. Quando legittimamente si mettono in campo le esigenze del proprio governo negli interessi nazionali, serve coerenza. Lo stesso vale quando si governa insieme con l’Europa”;
Ci saranno scontri sui centri per migranti in alcune Regioni amministrate dal centrosinistra. Se non c’è unità in Italia, come si può arrivare uniti in Europa?
“Non ritengo che questo porterà un problema di credibilità in Europa. Ci sarà una legittima discussione sull’implementazione del sistema di accoglienza ed è ovvio che troverà strascichi in conflitti di interesse. Il nostro è un sistema regionalista. Da un lato c’è chi ha fatto una riforma dura dal punto di vista dei toni, dall’altro chi la pensa diversamente: si dovrà discutere. Alla fine ci sarà un punto di caduta e i centri continueranno a funzionare, magari male, come sempre”.