Il racconto emerge dall’aula del Tribunale Penale di Roma in cui si trova imputato il padre di un’amichetta di Michelle accusato di molestie sessuali ai danni delle compagne della figlia
Anche Michelle Causo, la 17enne uccisa a coltellate nell’appartamento di Primavalle, a Roma, qualche mese fa da un coetaneo, sembra essere tra le vittime di un altro reato totalmente slegato dal suo omicidio. Mentre è ancora in corso il procedimento che vede imputato il cingalese che ha tolto la vita alla giovane ragazza romana, nelle aule di Piazzale Clodio si sono svolte le prime udienze del procedimento a carico del padre di una delle sue amiche che avrebbe abusato di lei e delle sue compagne.
La memoria corre ancora a qualche mese fa quando il suo corpo senza vita venne ritrovato avvolto in un sacco della spazzatura dietro un cassonetto adagiato all’interno di un carrello della spesa. Michelle era stata uccisa a coltellate da un coetaneo di origini cingalesi che alla richiesta della 17enne di saldare il debito nei suoi confronti avrebbe risposto scagliandole contro tutta la sua furia. Oggi il nome di Michelle torna a riecheggiare in Tribunale ma non nel corso del procedimento a carico del suo omicida. Michelle, come altre sue amiche, sarebbe stata vittima di molestie sessuali perpetuate in loro danno dal padre di una sua amichetta. Quando Michelle e le altre ragazze della comitiva si sarebbero recate nella casa situata nella periferia nord di Roma per studiare l’uomo avrebbe approfittato di loro palpeggiandole e costringendole ad atti sessuali.
La storia che emerge dalle prime deposizioni nel corso del processo a carico dell’uomo inizia nel 2020 quando in pieno periodo Covid Michelle e le sue amiche erano solite trascorrere i pomeriggi insieme studiando a turno in casa dell’una o dell’altra ragazza. Mai si sarebbero aspettate che il papà di una di loro potesse costringerle a subire violenze sessuali. Durante questi pomeriggi di studio infatti l’uomo avrebbe avvicinato a turno le minorenni approfittando dei momenti di privacy concessi dalle pause allo studio e simili. Nel farlo le avrebbe costrette con la forza ad essere toccate e palpeggiate nelle parti intime.
Quando tutto questo successe a Sara (nome di fantasia), amica di Michelle e della figlia dell’orco, la ragazza, al tempo 14enne, non avrebbe esitato nel raccontare tutto alla mamma. Così la famiglia di Sara ha deciso di denunciare l’accaduto dando inizio al procedimento ad oggi pendente. Dopo la prima denuncia anche la figlia del presunto molestatore è ritornata con la mente a quanto accaduto mentre lei era ancora una bambina quando il papà le prometteva tutti i regali dei suoi sogni pur di essere toccato. Così la moglie del molestatore nelle vesti di mamma della vittima ha deciso di querelare l’uomo. Nel processo che lo vede imputato per i delitti di violenza sessuale aggravata non compaiono invece i genitori di Michelle che hanno deciso di non sporgere denuncia.