Sta facendo rumore l’intimazione di pagamento chiesta dal Comune ad alcune famiglie che avrebbe usato quel denaro in modo non lecito
Ci risiamo, polemiche sui soldi del terremoto di L’Aquila. Il Comune richiede indietro i soldi che lo Stato aveva dato a chi non voleva lasciare la propria abitazione e non andare nelle new-town, ma ci sono state delle situazioni poco chiare e il Comune, dopo accertamenti, ha chiesto indietro dei soldi. Non a tutti. “Qui non si tratta di mosse impopolari. Chiedere indietro somme percepite indebitamente, pagate tra l’altro con i soldi della ricostruzione, e quindi di tutti gli italiani, è una azione di giustizia sociale e contabile. Piuttosto, il problema vero è perché si sta intervenendo dopo tutti questi anni?“. A spiegare la situazione all’Adnkronos è Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, commentando le lettere ricevute da 400 famiglie di sfollati a distanza di 14 anni dal terremoto che devastò il comune abruzzese.
Il Sindaco Biondi non ci sta e attacca. Non ci sta al fatto che adesso si pensa che il Comune vuole prendersela con i più deboli e rincara la dose, spiegando la situazione e quello che c’è dietro a questo tipo di richiesta: “Non sono soldi chiesti indietro, erano contributi erogati in alternativa alle forme assistenziali. Si poteva scegliere se andare in albergo in tendopoli o trovarsi autonomamente una sistemazione, infatti si chiamava contributo di autonoma sistemazione parametrato secondo la consistenza e le caratteristiche del nucleo familiare. Non quando c’ero io, questa cosa evidentemente è andata fuori controllo e quando mi sono insediato mi sono ritrovato questo gigantesco bubbone di somme da recuperare“.
Biondi è al centro di una polemica, qualcuno sostiene che se la sta prendendo con della povera gente che poco c’entra, ma lui va avanti e spiega: “Da qui, anche su input della Corte dei Conti, abbiamo avviato il recupero di queste somme. Non si tratta di ingiunzioni di pagamento, sono accertamenti e se si verificherà che le somme sono state indebitamente percepite vanno restituite. Quando sono venuto pienamente a conoscenza del problema, ho dato mandato di procedere con il recupero secondo quanto dice la legge che noi siamo tenuti a far rispettare“.
Il disavanzo, ovvero quello che manca all’appello, sono 6 milioni di euro, ma non è quello il problema, dice il Sindaco: “Se anche fossero stati 10 euro – spiega – si sarebbero dovuti recuperare per una questione di rispetto della legge“.
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