Recentemente, Carlo Verdone ha espresso la sua sul fenomeno del politicamente corretto, sempre più ingombrante all’interno della produzione audiovisiva contemporanea.
Sono sempre più frequenti le prese di posizione di alcune importanti figure del mondo dello spettacolo, le cui dichiarazioni tentano di disincentivare alla diffusione del politicamente corretto ad ogni costo.
Carlo Verdone, regista e interprete di svariati successi immortali della commedia italiana, si è detto preoccupato del destino della scrittura cinematografica, eccessivamente inquadrata in dei rigidi canoni, dai quali è complicato emanciparsi, per paura della pubblica piazza.
E’ innegabile… negli ultimi anni il politicamente corretto ha invaso la società occidentale e, come sempre avvenuto, l’industria dell’audiovisivo ha inevitabilmente digerito le conseguenze di un approccio paradossalmente intollerante. Perché si, oramai, persino le opere più importanti e preziose della nostra storia sono costrette a passare attraverso il filtro di un severo revisionismo morale, imposto dal mercato e appoggiato dagli studios. Se si considera poi l’impossibilità di concepire attualmente un prodotto considerabile scorretto o volutamente tagliente, ecco che si rischia di scivolare nell’imposizione che, come ben sappiamo, è da sempre nemica della fulgida espressione artistica. Nel corso del tempo, nonostante il tentativo del mercato di uniformare forzatamente l’approccio alla realtà, alcuni esponenti del mondo dello spettacolo, hanno rilasciato dichiarazioni critiche nei confronti di questa tendenza all’implicita censura e, tra i tanti, recentemente è stato proprio Carlo Verdone a dire la sua sul tema.
Durante una masterclass, il protagonista della nuova serie Vita da Carlo 2 (dal 15 Settembre su Paramount Plus), ha argomentato la sua visione del politicamente corretto declinato alla produzione di prodotti audiovisivi: “Sull’andare contro il razzismo sono d’accordo, ma su tutto il resto il politicamente corretto al cinema è letale, insopportabile. Siamo tutti d’accordo su alcune cose, come lo spazio alle minoranze, però altre sono francamente ridicole e finiranno per rendere il nostro lavoro di commedianti impossibile”. Verdone prosegue, cercando di proiettare alcuni dei suoi successi più acclamati, in un panorama socio-politico come quello contemporaneo: “Gallo Cedrone, un film del ’98, oggi si potrebbe rifare? Mai. Compagni di scuola? Mai, c’è pure la presa in giro di uno sulla sedia a rotelle e tante battute scorrette. Della commedia degli anni ’60 non si potrebbe rifare quasi niente. Alberto Sordi andrebbe preso e buttato dentro ad un cestino, ma dai, siamo veramente al ridicolo. Qui siamo arrivati al punto di dire che la Divina Commedia è pornografia. Che Biancaneve non può essere così bianca perché dà fastidio ai neri. Ma chi l’ha detto questo? Qui siamo alla follia più totale. Stiamo andando nella direzione sbagliata“. Un verdone perentorio, che lascia poco o nulla all’interpretazione.
Un punto di vista che, fuori dal bel paese, vede la complicità di svariati colleghi della comicità sul grande e piccolo schermo. Tra le tante, spiccano le dichiarazioni di Rowan Atkinson, del regista David Zucker e persino di Tom Hanks. Quest’ultimo, commentando le controverse riscritture di alcune pietre miliari della letteratura, ha dichiarato: “Lasciate che sia io a decidere cosa mi offende e cosa non mi offende. Sarei contrario a leggere qualsiasi libro di qualsiasi epoca con la dicitura ‘abbreviato per motivi di sensibilità moderna’”. Insomma… nonostante le major stiano proseguendo nel loro percorso di supposta sensibilizzazione delle masse, ovviamente al solo scopo di intercettare il maggior numero di spettatori possibili, alcuni pensatori fuori dal coro si palesano anche nel mondo dell’audiovisivo e ora, anche in Italia, Verdone ha fatto sentire la propria voce.