Morto Matteo Messina Denaro, arriva la testimonianza da parte del fratello di Giuseppe Di Matteo, Nicola, ucciso dalla mafia
Nel cuore della notte è arrivata la notizia dall’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila della morte di Matteo Messina Denaro. Il boss di Castelvetrano si è spento all’età di 61 anni dopo essere andato in coma irreversibile e, soprattutto, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute (tumore al colon). Una notizia che, nel giro di pochissimo tempo, ha fatto il giro del mondo. Tantissimi sono stati i commenti da parte di chi ha voluto esprimere un proprio pensiero a riguardo.
Tra questi spuntano le parole di un uomo che, per via della mafia, ha perso il suo fratellino (all’epoca). Si tratta di Giuseppe Di Matteo, il bambino di 10 anni strangolato e poi sciolto nell’acido dai mafiosi. A raccontarlo all’Adnkronos, appunto, il fratello Nicola. Queste le sue parole: “La morte di Messina Denaro? Devo ancora metabolizzare la notizia. Si porta dietro tanti segreti, sapevo che non avrebbe collaborato con la giustizia“.
Ricordiamo che ad uccidere il fratello è stato un ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato e, appunto, Matteo Messina Denaro, nel giorno della morte dell’ex primula rossa. Poche ore dopo il suo arresto (avvenuto il 16 gennaio di quest’anno) aveva annunciato: “Mi auguro che possa vivere il più a lungo possibile per avere una lunga sofferenza, la stessa che ha imposto a mio fratello, un ragazzino innocente“.
“Nessun sollievo” per la morte del boss 61enne fa sapere Nicola Di Matteo. “Da credente non avrei potuto augurargli la morte. Se fosse rimasto in vita sofferente avrebbe forse capito il dolore enorme che ci ha inflitto“. Nell’interrogatorio di febbraio aveva detto ai magistrati di non essere un santo, ma che con la morte del ragazzino (Di Matteo, ndr) non c’entrava nulla. In merito a ciò il fratello Nicola ha precisato: “Perdono? Impossibile. Sono tutti imperdonabili. E’ una ferita che si riapre. Era un bambino, solo un bambino…“.
Ricordiamo che Giuseppe Di Matteo era il figlio di Mario Santo Di Matteo, un pentito che aveva iniziato a collaborare con la giustizia rivelando alcuni segreti di ‘Cosa Nostra’. Fino a quando non rapirono e tennero prigioniero il piccolo Giuseppe per 779 giorni. Fino a quando non lo strangolarono prima e poi lo sciolsero nell’acido. Il tutto a pochi giorni dal suo 15mo compleanno.