Le polemiche per il cambio contro il Bologna, poi il confronto tra l’attaccante e l’allenatore. De Laurentiis osserva dopo il commento favorevole: le prossime due partite potrebbero essere decisive
Una partenza al rallentatore. Tutto un altro passo rispetto all’anno scorso, alla cavalcata che ha permesso a Spalletti di conquistare il terzo scudetto della storia del Napoli. Ora la squadra di Rudi Garcia riflette sugli errori commessi, sul gap di 7 punti dall’Inter capolista e deve risolvere anche le grane interne nate dalla sostituzione di Osimhen a Bologna.
“Due, due”, ha urlato il nigeriano chiedendo al tecnico di lasciarlo in campo, aggiungendo Simeone, senza avvicendarlo con il compagno per aggiungere peso offensivo e tentare gli assalti finali, alla ricerca del gol vittoria. Dieci minuti prima era stato Kvaratskhelia a lasciare il campo (per Elmas): il georgiano, una settimana fa, era apparso perplesso sulla decisione dell’allenatore di toglierlo nella trasferta di Genova. Un caso, quello con Osimhen, che Garcia ha provato a risolvere già al Dall’Ara, poco dopo il triplice fischio: un vis-à-vis tra il tecnico e il capocannoniere dell’ultimo campionato, come riportato da Calciomercato.it, c’è già stato ieri sera all’interno dello spogliatoio.
Un confronto costruttivo, un chiarimento che però dovrà passare anche per le prossime partite contro Udinese e Lecce. Servono 6 punti per “migliorare i rapporti”, cercare di ridurre il distacco dalle squadre di testa e provare a ritagliarsi un ruolo di primo piano anche in questo campionato.
Subito dopo la partita con il Bologna, tra l’altro, ha fatto discutere il commento social di Aurelio De Laurentiis: “Il Napoli riparte da Bologna, bravi tutti”, ha scritto su X. Il presidente ha voluto evidenziare che lo spogliatoio non è spaccato, anzi, per alcuni tratti ha rivisto la sicurezza dello scorso anno a livello di gioco e prestazione. Ora però è necessario uno scatto in più, l’appuntamento con la vittoria non può più essere rimandato se si vogliono rilanciare le ambizioni anche nell’attuale Serie A. C’è pur sempre un tricolore da difendere.