“Quello sui carburanti è un intervento risibile e il montante stesso lo dichiara apertamente: 100 milioni di euro sono pochi, sono circa 80 euro a persona, forse meno”.
Secondo Fegica-Cisl il Dl Energia approvato ieri in Consiglio dei ministri “è una misura inadeguata” . Il sindacato chiede ancora una volta un intervento del governo sulle accise, per calmierare il prezzo dei carburanti.
Ai nostri microfoni, il segretario nazionale Alessandro Zavalloni. “Al momento il governo non ci ha ancora convocato per il confronto promesso prima dell’estate. Siamo preoccupati perché abbiamo già avuto un’esperienza negativa col decreto sul prezzo medio. In quell’occasione gli incontri non sono valsi a nulla e le nostre proposte sono rimaste inascoltate. Quindi noi siamo disponibili al dialogo, ma anche scettici”, dichiara.
Perché secondo voi il contributo di circa 80 euro del Bonus carburanti non basterà ad aiutare le famiglie?
“Dal nostro punto di vista è una misura inadeguata. Siamo in una fase di emergenza economica e il prezzo dei carburanti così alto è un elemento moltiplicatore della crisi. Il Bonus benzina non agirà sui rincari, quindi nemmeno sull’inflazione o sull’aumento dei costi dei beni di prima necessità e dei servizi essenziali. Non intervenire sul prezzo dei carburanti avrà un effetto negativo moltiplicatore su quelli dei beni di largo consumo, dei servizi essenziali e sull’inflazione. Elemento quest’ultimo, sotto la lente di ingrandimento di tutta Europa”;
Cosa vi aspettavate?
“Ci aspettavamo un intervento serio e mirato a calmierare i prezzi. Anche perché le risorse per intervenire sono già previste nella Legge di bilancio in vigore adesso, approvata proprio da questo governo. Prevede di abbattere le accise impiegando le maggiori risorse non previste e ottenute da un eventuale aumento dei prezzi internazionali e alla pompa, che significano un maggiore gettito di Iva. Quale altro strumento ha il governo per intervenire sul rincaro dei beni di largo consumo e sull’inflazione? L’Italia non può bonificare i Paesi dell’Opec, ma può lavorare sulle accise con le risorse già previste nella finanziaria in vigore. In questo modo si può contenere l’emergenza economica almeno fino alla fine dell’anno. E nel frattempo in questi mesi, lavorare per una riforma del settore”;
Lo avete chiamato il Piano Mattei per l’Italia.
“Certo. Prendiamo in prestito un lessico che non è nostro per farci capire. Questa è un’emergenza e bisogna intervenire subito abbattendo le accise e nel frattempo mettendo in piedi una riforma, come si intende fare col Piano Mattei per l’Africa”.