I dettagli della maniacale perversione del netturbino emergono dall’ordinanza di custodia cautelare del gip e dai primi racconti di alcune delle sue vittime
Diventa sempre più complesso il quadro attorno al 59enne netturbino di Riano in provincia di Roma Ubaldo Manuali. Dopo l’ultima denuncia di una delle sue vittime è stato posto in stato di arresto dal gip di Viterbo Simona Poli che ha motivato la misura in virtù della «sua spiccata capacità criminale una mossa da una maniacale perversione che l’ha portato a conservare i video delle violenze sulle donne che strumentalizzava per soddisfare i suoi impulsi sessuali».
Si legge nell’ordinanza che per il gip il 59enne ha una «totale incapacità di autocontrollo rispetto alle proprie perversioni», una incapacità che si manifestata in tutta la sua essenza dal fatto che «stordisce anche la donna con cui aveva avuto rapporti consenzienti e questo al fine di superare il suo rifiuto ad essere filmata e ad avere rapporti di altra natura». Altro elemento chiave e sintomatico di questa sua perversione è la «sua abilità pur di fronte ad espliciti sospetti nel far credere alle sue vittime, non solo che non le abbia abusate, ma che addirittura le abbia aiutate mentre non si sentivano bene». Nelle 22 pagine dell’ordinanza si prosegue con una dettagliata ricostruzione della sua indole criminale tale da risultare totalmente incurante delle possibili conseguenze che la somministrazione dei narcotici potrà avere sulle sue vittime.
Il suo è un modus operandi chiaro e ripetuto, emerso grazie alle ricostruzioni della polizia di Viterbo e del commissariato Flaminio Nuovo che hanno rintracciato episodi di violenza già a partire dal 2018. Furono in due al tempo le sue vittime, entrambe finite nella trappola organizzata dal “Keanu Reeves di Riano”. Grazie alle testimonianze fin qui raccolte sono emersi infatti ulteriori dettagli dell’attività criminale del netturbino. Stefania Loizzi, la donna che per prima lo ha denunciato racconta di aver incontrato il Manuali ed aver sorseggiato del vino insieme a lui verso le 22. Da lì il buio fino alle 4:40 quando si è risvegliata per qualche minuto scorgendo la tuta da netturbino dell’uomo fin lì celata e accorgendosi di aver il pigiama indosso. “Fino alle 10 della mattina dopo non sono però riuscita a riacquistare effettiva conoscenza“.
Grazie denuncia della donna scatta la perquisizione in casa e nell’auto del 59enne dove la polizia ritrova due flaconcini di Loretazepam: “Li uso per dormire, ho dolore a un ginocchio” dice il Manuali. Vengono sequestrati anche lo smartphone e il pc dove viene ritrovato un video del 2018 durante il quale l’uomo è intento a filmare uno dei suoi stupri ai danni di una donna sdraiata senza forze in terrazzo e costretta a subire la violenza del netturbino. La seconda denuncia arriva invece da una donna che racconta di aver bevuto con lui uno spritz ad un bar di Vetralla, uno spritz dal colore strano tanto che gli aveva chiesto cosa ci fosse dentro e lui “non so, sarà il colore dell’aperol“. Dopo quel drink il buio con il risveglio alle 6 della mattina nuda nel letto con lui accanto. “Avevamo avuto rapporti sessuali in precedenza ma lui insisteva sempre nel volerci filmare, io ero contraria. Il giorno dopo gli scrissi chiedendogli cosa fosse accaduto e se mi avesse filmata. Lo ammonii sul fatto di non far girare quel video ma quando la polizia mi ha contattata mi è caduto il mondo addosso“.