In una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’ è intervenuto Gian Carlo Caselli. L’ex procuratore si è soffermato sulla morte di Matteo Messina Denaro
Con la morte di Matteo Messina Denaro, ex latitante, la mafia ha perso molto. Questo è il pensiero da parte di Gian Carlo Caselli. L’ex procuratore ne ha parlato in una lunga intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘. Tanto da paragonarlo alla perdita di altrettanti personaggi illustri di questo mondo come Totò Riina e Bernardo Provenzano, anche loro deceduti per via delle complicanze della loro malattia.
Nel corso dell’intervista, infatti, lo stesso Caselli ha ribadito che la morte di Messina Denaro ha provocato non pochi problemi a ‘Cosa Nostra‘. Allo stesso tempo potrebbe aprire anche dei nuovi possibili ed importanti scenari all’interno del gruppo criminale organizzato. Ricordiamo che il boss è deceduto nella notte di lunedì 24 settembre (intorno alle ore 2) dopo essere andato in coma irreversibile (lottava da tempo contro un tumore al colon).
Queste sono alcune delle parole rilasciate dallo stesso Caselli: “Allo stesso tempo non bisogna dimenticare che purtroppo si tratta di un’organizzazione ‘storica’, ben strutturata e consolidata, capace quindi di sopravvivere anche a perdite molto gravi come quella di un boss del suo calibro“.
Poi ha continuato dicendo: “In questo modo si potrebbe affermare sempre più la mafia degli affari con la cosiddetta ‘zona grigia. Il rischio è che si riproponga il limite culturale che da sempre ci affligge. Quello di considerare la mafia un pericolo solo quando scorre il sangue per effetto delle sue strategie ‘militari’.
Sottovalutandola invece, fino ad accettare il rischio di conviverci, quando adotta strategie ‘attendiste’, dimenticando la sua lunga storia di violenze e quella straordinaria capacità di condizionamento che ha fatto di un’associazione criminale un vero e proprio sistema di potere criminale“.