Lorenzo Riggi di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni: “La Corea del Sud può aiutare la Russia solo dal punto di vista quantitativo”.
“Stiamo lavorando alla tecnologia nucleare, anche alle armi“, così Vladimir Putin nelle scorse ore. La nostra redazione ha contattato Lorenzo Riggi, responsabile desk Russia del centro studi Geopolitica.info, per capire meglio le intenzioni di Mosca.
Lorenzo Riggi, la Russia sta lavorando alla tecnologia nucleare, anche per le armi. Cosa potrebbe cambiare per la guerra?
“Assolutamente nulla. E’ un percorso che richiede anni e non è un processo che impatta sul conflitto. Già oggi la Russia ha a disposizioni armi nucleari in grado di distruggere il mondo. Diciamo che le parole di Putin confermano la volontà di Mosca di Mosca di rilanciare lo status di grande potenza militare e il nucleare in questo senso è fondamentale“.
La Corea del Sud ha garantito il suo aiuto alla Russia in questa guerra. In che cosa consiste?
“Il tipo di contributo che può dare è solo quantitativo e, quindi, componenti di ricambio per l’artiglieria o magari munizionamenti per i soldati. La Corea non ha capacità di offrire altro e la Russia in questo momento ha la necessità di prendere quanto più equipaggiamento possibile naturalmente a basso costo“.
La Wagner è tornata a Bakhmut. Cosa cambia in questa guerra?
“Concretamente nulla. Anzi il reintegro della Wagner potrebbe essere un problema sul fronte interno per i russi visto che i soldati, dopo quanto successo lo scorso giugno, hanno sempre guardato con sospetto i mercenari. Ma Mosca ha deciso di non rinunciare alla loro esperienza“.
A che punto è la guerra in questo momento?
“Nel corso dell’autunno c’è la stagione delle piogge che diventa quella del grande fango e quindi si potrebbe arrivare ad un conflitto di logoramento, ma su questo bisognerà vedere l’andamento del meteo. Di certo la guerra è in una fase di rallentamento considerando anche che la controffensiva non è stata una cavalcata vittoriosa. Ora gli ucraini continueranno ad attaccare, ma se il fronte russo continuerà a tenere, Kiev passerà l’inverno sulle posizioni conquistate nelle scorse settimane“.
Momento giusto per un negoziato?
“Non sarei così ottimista. Probabilmente le condizioni potrebbero esserci all’inizio del nuovo anno, ma molto dipenderà dalla controffensiva e dalle intenzioni di Ucraina e Russia. Nel senso che, in caso di un mancato successo dei tentativi di Kiev, Washington e l’Occidente potrebbe spingere per portare le parti a sedersi ad un tavolo. Ma bisognerà capire se Putin e Zelensky lo vorranno fare“.