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Spettacolo

Finisce lo sciopero a Hollywood! Cosa cambia e quando si riparte

Published by
Leonardo Marcucci

Dopo cinque mesi, lo sciopero degli sceneggiatori è finalmente giunto ad una conclusione, ma chi ne è uscito vincitore? Sceneggiatori o produttori?

Sono serviti 146 giorni, innumerevoli tavoli di trattative e la partecipazione di alcuni dei produttori e CEO più importanti dell’intera industria, per concludere definitivamente lo sciopero degli sceneggiatori, che adesso, possono finalmente tornare a lavorare, forti di una serie di conquiste storiche.

La celebre scritta di Hollywood – Notizie.com

La lotta è stata dura, senza esclusione di colpi e ha visto entrambi le fazioni davvero provate. La crisi definitiva dell’industria hollywoodiana è stata sfiorata e, in parte, toccata e così la situazione economica dei singoli sceneggiatori, in balia dei propri risparmi per mesi.

Chi ha perso di più?

Ricordiamo che lo sciopero è partito dal mancato rinnovamento del contratto di categoria – scaduto il primo maggio 2023 – che il sindacato degli sceneggiatori non aveva intenzione di rinnovare alle medesime condizioni. L’aumento generale dei salari, una diretta proporzione tra gli incassi dei prodotti in streaming e la retribuzione degli sceneggiatori e la gestione del problema Intelligenza Artificiale, applicata senza controllo alla generazione di sceneggiature, erano i temi cardini della protesta, ai quali gli studios non avevano intenzione di cedere. Sono passati svariati mesi, fino ad Agosto, prima che l’assordante silenzio vigente tra le due parti si interrompesse. L’esigenza di portare la pagnotta in tavola per gli sceneggiatori e quella di non bruciarsi completamente la stagione 23/24 per i produttori, ha costretto all’apertura di alcuni tavoli per trattare.

Le manifestazioni dello sciopero – Notizie.com

Nonostante siano stati aperti i tavoli, fino a pochi giorni fa, si sono susseguiti una serie di episodi particolarmente spiacevoli, nei quali alcuni esponenti delle due parti, perdevano la pazienza, a causa della considerevole distanza dei compromessi proposti. Le tensioni si sono protratte fino a qualche giorno fa, quando gli studios hanno valutato i rischi in gioco e, impauriti dalle conseguenze di ulteriori giorni di sciopero, hanno chiamato ai tavoli le stelle dell’industria. I CEO di Disney (Bob Iger), NBCUniversal (Donna Langley), Netflix (Ted Sarandos) e Warner Bros. Discovery (David Zaslav) sono stati invitati, per tentare di salvare il salvabile. Miliardi di dollari di perdita, la stagione televisiva e cinematografica 23/24 sempre più a rischio e svariate pressioni politiche in arrivo, hanno definitivamente convinto l’associazione dei produttori a fare qualche passo in avanti nei confronti del sindacato degli sceneggiatori. Si tratta ovviamene di compromessi, ma, di fatto, sono stati ottenuti generosi incrementi in fatto di minimo salariale, una protezione nei confronti dell’AI e bonus sostanziosi nel caso in cui il prodotto in questione raggiunga determinati risultati in streaming.

Come si riparte?

Sebbene si possa pensare che da domani tutta l’industria audiovisiva statunitense tornerà a fiorire come prima, il contesto è sensibilmente più complesso. Per prima cosa va considerato il tempo che gli sceneggiatori impiegheranno per presentare dei veri e propri lavori alle major ma, soprattutto si rischia di andare incontro al medesimo fenomeno riscontrato nella post-pandemia. In quel caso, la gran quantità di prodotti che furono proposti, causò una congestione, con rinvii e accavallamenti di produzioni. In quel periodo, numerosi attori furono costretti a rifiutare dei lavori perché già impegnati in altro. In ogni caso, come fatto negli scorsi mesi, noi continueremo a monitorare ogni aggiornamento e novità, per comprendere al meglio gli esiti di questa faticosa risalita.

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Leonardo Marcucci