In una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera’ è intervenuta Sofia Napolitano, ovvero la nipote dell’ex presidente della Repubblica Giorgio
Meno di una settimana fa la notizia che ha addolorato il nostro Paese. Ovvero quella relativa alla morte di Giorgio Napolitano. L’ex presidente della Repubblica (per due mandati) si è spento all’età di 98 anni dopo essere stato una delle colonne principali del nostro Paese. Dopo l’apertura della Camera ardente, i funerali a Montecitorio (in forma laica). Se ne sta continuando a parlare. Soprattutto grazie a chi lo ha conosciuto ed ha avuto l’onore di stare accanto a lui in tutti questi anni.
Proprio come la nipote, Sofia May Napolitano. La stessa che lo ha voluto ricordare in un dolce e commovente discorso che ha tenuto alla Camera. Proprio durante il rito laico in sua memoria. Di suo nonno se ne è parlato tantissimo in quest’ultimo periodo. Parole che, inevitabilmente, hanno fatto piacere a lei ed alla sua famiglia. Allo stesso tempo, però, ci ha tenuto a precisare alcune considerazioni che lo riguardavano. Lo ha fatto in una intervista che ha rilasciato al ‘Corriere della Sera‘.
Morte Napolitano, parla la nipote Sofia: “Non abbiamo mai parlato di politica”
A quanto pare, quando stava con suo nonno, difficilmente affrontavano argomenti che riguardavano la politica. Anzi, quasi mai. A ribadirlo proprio la stessa Sofia. Proprio in merito al suo discorso che ha tenuto alla Camera ha ribadito: “Sono appunti che avevo preso da qualche tempo. Il testo l’ho provato e riprovato davanti a mamma e papà. Fortunatamente è andata bene. Al microfono, vicino a me, c’era anche mio fratello nel caso…”.
Il giornalista, successivamente, gli ha chiesto se in tutto questo tempo ha dato consigli per quanto riguarda gli studi, sulla politica o altro. Insomma, se ci fossero stati o meno dei condizionamenti. La risposta, in questo caso, non si è fatta attendere: “Ne parlavamo ma non c’erano condizionamenti. Anche quando ci mandava articoli o libri che pensava ci potessero interessare, non era pressante.
Per esempio, sapeva che facevo la tesi sull’impatto del linguaggio politico in tema di immigrazione (periodo in cui al governo c’era Giuseppe Conte insieme a Matteo Salvini, ndr) e mi mandava articoli di attualità. Era attento a cosa gli dicevo, mi ascoltava, alla fine gliel’ho dedicata”.