Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, nel corso di un’intervista, ha affrontato quelli che sono i temi più caldi nell’ottica della riforma scolastica
Sono anni che, parlando di scuola, si discute della necessità di integrare la materie tradizionali a delle nuove materie, in grado di sensibilizzare i giovani su alcuni temi particolarmente delicati della nostra contemporaneità e, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, nel corso di un’intervista a La Stampa, ha parlato di come verranno integrati questi contenuti all’interno dell’offerta scolastica.
Durante l’intervista, sono stati toccati anche altri temi, come l’influenza della magistratura sulle decisioni assunte dagli istituti scolastici e i cambiamenti apportati alla maturità.
Si parte proprio dal tema più chiacchierato dell’ultimo periodo, ovvero l’integrazione del programma scolastico, con alcune ore utili a formare la gioventù sui temi dei diritti civili: “Queste lezioni uniscono la passione dei docenti, che saranno appositamente formati al protagonismo diretto degli studenti in gruppi di auto riflessione in cui loro saranno centrali. Si tratta di un esempio della scuola “costituzionale” che stiamo realizzando, una scuola che mette al centro la persona dello studente mutuando lo spirito della Carta e che ha rovesciato I’impostazione fascista che metteva la persona al servizio dello Stato”.
Entrando nel merito: “Nella scuola deve prevalere la cultura del rispetto. E’ il senso della riforma del voto di condotta e delle sospensioni approvata in Consiglio dei ministri, una riforma non meramente punitiva ma tesa a educare al rispetto di chiunque. Chi si comporta in modo violento dovrà capire che il suo comportamento è sbagliato attraverso un’attività di approfondimento, che si concluderà con una relazione che lo studente dovrà presentare ai propri insegnanti, ma anche attraverso attività di cittadinanza solidale”.
Il ministro commenta anche l’intervento del Tar in alcune bocciature, dapprima sentenziate dagli istituti, per poi essere revisionate e annullate dal Tar: “Ho incontrato il presidente del Consiglio di Stato e siamo d’accordo sulla necessità di un’opera semplificazione delle leggi. Abbiamo individuato delle norme su cui lavorare per rendere più semplice la vita dei dirigenti scolastici e dei docenti e per evitare il contenzioso amministrativo”.
Qualche parola anche sulla promessa di aprire le scuole anche nel periodo estivo: “Si tratta del Piano Estate che ha l’obiettivo a partire dal 2024 di dare ai figli delle famiglie di lavoratori durante il periodo estivo la possibilità di non perdere il punto di riferimento fondamentale che è la scuola. Ovviamente i ragazzi non dovranno studiare ma avranno a disposizione un luogo ricreativo dove potranno divertirsi in modo sano con attività sportive, teatrali, di approfondimento e anche di recupero. Il coinvolgimento di docenti e studenti sarà volontario e utilizzeremo la collaborazione di associazioni del terzo settore e di universitari”.
Non poteva mancare anche l’annosa questione della presenza del tema lavorativo negli istituti, con le consuete critiche dei sindacati alla riforma che ne prevede la presenza, per preparare i ragazzi al mondo che incontreranno una volta usciti: “La scuola deve formare cittadini maturi, responsabili, consapevoli dei valori di cittadinanza, liberi. Ma l’altro grande valore che devono avere gli studenti è il lavoro. La scuola deve fornire a ogni studente gli strumenti per riuscire a realizzarsi nella vita anche lavorativa. Una scuola che non sappia essere anche luogo capace di dare fondamenta formative per un futuro successo professionale realizza metà del proprio compito”. Si conclude sui possibili cambiamenti che verranno apportati alla maturità: “La struttura delle prove scritte non cambierà. Va precisato meglio che cosa si intende per colloquio orale e come dovrà svolgersi”.