Il team Europe batte il team Usa a Roma. Tutto esaurito al Marco Simone Golf & Country Club, per un evento che resterà nella storia
Un trionfo per il Team Europe nella Ryder Cup, che ha sconfitto il Team Usa per 16,5 a 11,5 e per Roma, Capitale per una settimana del golf mondiale. La 44ª edizione della competizione, terza al mondo a livello sportivo per importanza mediatica, che per la prima volta si è svolta in Italia, sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), è stata un caleidoscopio di emozioni forti in uno scenario unico fatto di campioni, acceso agonismo e giocate che poche volte si vedono.
Grande protagonista il pubblico, una folla straripante che ha trasformato il grande evento in una festa, con un mix di sana passione per l’aspetto sportivo, ma accompagnandola con coreografie incredibili, cori, esaltazione per i propri beniamini, a loro volta eccitati da un tifo da stadio. Giornate che sarà impossibile dimenticare, già passate alla storia di una delle migliori edizioni in assoluto della Ryder Cup, con Roma, vestita a festa per annunciare quanto stava per andare in scena e poi assoluta protagonista nel saper accogliere gli spettatori venuti da tutto il mondo e impossibilitati a sfuggire al suo fascino.
Il trionfo dell’Europa
Giornata finale ricca di suspense con gli Stati Uniti che hanno provato nei 12 singoli una rimonta ai limiti dell’impossibile. A un certo punto sembrava quasi potessero farcela, ma nel momento più complicato è stato Tommy Fleetwood (battendo Rickie Fowler per 3&1) a compiere la prodezza che ha dato il trofeo alla compagine di Luke Donald. Forse un segno di continuità tra la precedente Ryder Cup disputata in Europa, a Parigi nel 2018, dove era stato uno dei due uomini decisivi, insieme a Francesco Molinari, coppia che anche questa volta è stata insieme, anche se l’azzurro ha ricoperto il ruolo di vice capitano insieme al fratello Edoardo.
La giornata finale è iniziata con il match tra Scottie Scheffler, numero uno mondiale, e Jon Rahm ,numero tre, di alto contenuto tecnico e agonistico. Gli Usa volevano dare una scossa iniziale significativa con un successo e Scheffler stava per riuscirci, ma sull’ultima buca Rahm ha pareggiato e quel mezzo punto è stato fondamentale sotto l’aspetto morale e della determinazione. Poi sono arrivate le vittorie di Viktor Hovland su Collin Morikawa (4&3), di Rory McIlroy su Sam Burns (3&1) e di Tyrrell Hatton su Brian Harman (3&2). Totale 14 punti per gli europei, però insufficienti perché valevano solo il pareggio che avrebbe favorito gli Usa quali detentori, avendo vinto nel Wisconsin (19 a 9 nel 2021).
Il momento decisivo
È così iniziata da una parte l’attesa snervante per il mezzo punto che mancava, mentre sull’altro fronte si continuavano ad alimentare speranze. Con i successi di Cantlay, Homa, Koepka e Shauffele l’attenzione è finita sugli ultimi due match dove lo staff europeo aveva messo un giocatore affidabile come Fleetwood e un debuttante quale Robert MacIntyre.
La partita, incertissima, si è giocata fino a quando Fleetwood alla buca 16 ha approfittato dell’errore di Fowler (palla in acqua) e con un birdie e il 2 up a due buche dalla fine, che garantiva almeno il pareggio, ha fatto scattare l’entusiasmo incontenibile del pubblico di parte continentale. Sulle ali dell’entusiasmo (e della delusione avversaria) il punteggio è diventato più consistente con i successi di MacIntyre e il pari di Lowry.