“Nulla di nuovo sotto il sole. L’immigrazione è tema sensibile per una parte della magistratura, così si crea un conflitto tra politica e giurisdizione”. Ha commentato così in esclusiva a Notizie.com Luca Palamara, ex magistrato, lo scontro (ennesimo) tra governo e magistratura, dopo la sentenza del Tribunale di Catania e le parole di Meloni e Salvini
“Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”.
Lo ha dichiarato all’ANSA la giudice Iolanda Apostolico che nei giorni scorsi non aveva convalidato il trattenimento di tre tunisini sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro. Le parole della giudice del Tribunale di Catania, sono arrivate dopo la nota del presidente dell’ Anm della provincia siciliana, Alessandro Rizzo, in risposta e al post Facebook del premier Giorgia Meloni e alla nota della Lega di avviare un’interrogazione da sottoporre al ministro Nordio dopo la decisione dello stesso tribunale. Nella nota del presidente Rizzo, di diceva così: “L’Anm di Catania esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”.
Notizie.com ha raggiunto al telefono Luca Palamara, ex magistrato ed ex Membro del Consiglio Superiore della Magistratura, e a lui ha chiesto un commento sull’ennesimo scontro politica-magistratura, o meglio maggioranza di governo in questo caso, e magistratura. Ecco cosa ha ci ha detto in esclusiva.
“Nulla di nuovo sotto il sole. L’immigrazione è tema sensibile per una parte della magistratura, così si crea un conflitto tra politica e giurisdizione. Da una parte si crede si debba applicare la legge, dall’altra che si debba essere meri interpreti della Costituzione. Fermo restando ovviamente la sacrosanta autonomia dei giudici! Ma la questione dell’ ideologizzazione della magistratura, che farebbe prendere pieghe diverse alle sentenze dei giudici, esiste ed è inutile girarci intorno. E ritengo che su questo debba esserci un confronto. Perchè, sottolineo ancora, una parte della magistratura ritiene di dover far sentire la propria voce in attuazione dei principi costituzionali. Ma è anche vero che oggi la politica è chiamata a dare risposte concrete a temi divenuti emergenziali, come quelli legati all’immigrazione. Meloni e Salvini nelle loro dichiarazioni hanno travalicato il proprio ruolo? Il diritto di critica dei provvedimenti giudiziari deve essere riconosciuto a chiunque, lo stato di diritto deve valere per tutti”.
Palamara non è entrato nel dettaglio della decisione assunta dal Tribunale di Catania, nè ha voluto commentare le parole della giudice Iolanda Apostolico. L’ex magistrato ha però aggiunto come “la sentenza sia impugnabile e che restano il problema irrisolto e il nervo scoperto. Si crea inevitabilmente il corto circuito politica-magistratura, con la sensazione della politica appunto, che la magistratura si trasformi in opposizione politica. E’ evidente che sulla questione migranti si cavalchi l’onda emotiva (ed elettorale) da entrambi i lati. Si tratta, per chiudere il mio pensiero, di due profili distinti che difficilmente riusciranno ad essere distinti…”