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Cronaca

Rimase incinta ad 11 anni, arriva la condanna per il mostro

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Cristiano

Rimase incinta all’età di 11 anni, arriva la condanna per il mostro che la violentò sessualmente: gli ultimi aggiornamenti di questa vicenda 

Arrivano delle importanti novità in merito ad uno degli episodi che sconvolse non solamente l’intera comunità, ma soprattutto l’intero Paese. Ci troviamo a Busto Arsizio (provincia di Varese) dove quasi due anni fa (precisamente nel dicembre del 2021) una ragazza di solamente 11 anni venne violentata sessualmente. Da parte del suo vicino di casa. Quest’ultimo la violentò nel cortile di casa. Purtroppo rimase incinta e, successivamente, dopo nove mesi diede alla luce un bambino.

Bambina violentata (Ansa Foto) Notizie.com

Un episodio che sconvolse l’intera regione della Lombardia. In merito a ciò, lo scorso 22 agosto, per l’uomo, un 27enne, si aprirono le porte del carcere. Nelle ultime ore, invece, sono arrivare delle importanti novità sulla sua posizione. A rivelarle ci ha pensato direttamente il sito “La Prealpina“. A quanto pare è scattata la condanna a dieci anni.

Busto Arsizio, rimase incinta ad 11 anni: condannato il mostro

Una pena che, a quanto pare, è superiore rispetto a quella che era stata richiesta (in un primo momento) da parte del pubblico ministero. Si aspettavano solamente i risultati del test del Dna. Gli stessi che, però, non hanno lasciato alcun dubbio visto che il padre è, appunto, il vicino di casa della piccola. Come riportato in precedenza questo episodio di violenza si è verificato nel dicembre di due anni fa. I genitori, ignari di tutto, decisero di portare la bambina da un medico.

Violenza bambina (Ansa Foto) Notizie.com

La piccola lamentava dei forti dolori nella zona dell’addome. Poi la tragica scoperta che ha sconvolto tutti: la piccola era incinta. Successivamente l’11enne ha rivelato quello che aveva subito nel mese di agosto di quell’anno. Si era tenuto tutto dentro, senza mai parlarne con nessuno di quello che aveva subito. Il piccolo, adesso, ha 14 mesi e vice con una famiglia di genitori affidatari. Nel frattempo il Tribunale dei minori (che si sta occupando di lui) fino ad ora sta rifiutando la richiesta della madre biologica che vuole vederlo.

Stesso discorso vale anche per il padre. A quanto pare, invece, la ragazza da qualche mese avrebbe ripreso i contatti con i suoi genitori. Anche se regolati dai servizi sociali. Nemmeno loro sono stati giudicati “idonei” per poter accudire il minore.

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