Il Summit di Granada si avvicina e, il presidente del consiglio europeo Charles Michel, ha anticipato alcuni dei punti che verranno toccati, con particolare attenzione alla migrazione nel mediterraneo
Mancano pochi giorni al Summit di Granada, terzo vertice della Comunità Politica Europea 2023, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha parlato di cosa ci si dovrà aspettare dal vertice informale sul fronte della migrazione verso l’Unione Europea.
Michel, preannuncia che la migrazione è senza dubbio il punto più delicato da toccare in questo momento e, nel corso di un incontro con una serie di media, tra i quali il Corriere della Sera, preannuncia alcuni dei temi caldi che verranno affrontati.
Michel mette immediatamente l’accento sulla complessità del tema migrazione: “Sarà probabilmente la parte più difficile del summit, per alcune personalità politiche e gruppi politici è un dibattito ideologico, ma abbiamo gli strumenti per affrontare insieme questa sfida”. Lottare contro i trafficanti è una priorità e, per farlo “abbiamo bisogno di una maggiore cooperazione a tutti i livelli Ue, tra i Paesi Ue e con i Paesi terzi. Serve un approccio olistico. In un anno abbiamo assistito a un enorme aumento dei migranti irregolari provenienti dall’Africa occidentale, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio, transitano talvolta attraverso la Nigeria, la Libia e la Tunisia prima di arrivare in Ue. Ma la Tunisia ha accordi per la liberalizzazione dei visti con questi Stati. Questa è una questione governativa che va affrontata in cooperazione con i Paesi terzi”, afferma sempre Michel.
Negli scorsi giorni, abbiamo assistito ad un’accusa piuttosto pesante del governo tunisino nei confronti delle Ong, le quali, secondo il ministro dell’Interno della Tunisina, manipolerebbero il dossier migratorio per favorire l’UE. Anche sulla questione Ong, Michel parla chiaro: “C’è poi la questione delle Ong nel Mediterraneo: c’è un dibattito ideologico, facciamo in modo che diventi più pragmatico. Lo Stato di diritto vale per tutti, anche per le Ong. Alcune fanno un ottimo lavoro, ad altre bisogna chiedere se agiscono in linea con lo Stato di diritto. Non permettiamo ai trafficanti di decidere chi è autorizzato a venire nell’Ue. Solo le autorità hanno la legittimità democratica di decidere in linea con le convenzioni e il diritto internazionali. Infine, dobbiamo cooperare con i Paesi terzi per aprire canali legali di ingresso”. Sui rapporti con la Tunisia, Michel aggiunge: “Il presidente della Commissione dell’Unione africana ci ha anche detto molto chiaramente che non apprezzano il modo in cui lavoriamo con la Tunisia. Dobbiamo tenerne conto, anche se l’accordo era certamente animato da buone intenzioni”.