Tragedia Mestre, lo psicologo a Notizie.com: “Offrire vicinanza emotiva ai sopravvissuti”

La maggior parte delle 21 vittime che viaggiavano a borso del bus precipitato ieri sera da un cavalcavia a Mestre, erano giovani. 

Le 15 persone ferite, di cui 4 ricoverate in terapia intensiva, “sono nella fase che noi chiamiamo choc, quindi ricordi confusi. E sono in stato di agitazione, tipica dell’evento traumatico. Non sono ancora nella fase della consapevolezza di quello che è successo o di quello che potrebbero aver perso”. Lo ha spiegato la responsabile della Psicologica dell’ospedale di Mestre, Rita Lorio. 

Come si affronta un trauma del genere? E come possono fare i familiari dei feriti a stargli vicino nel migliore dei modi durante il percorso di elaborazione? Lo abbiamo chiesto a Marco Pagliai, psicologo e trainer coach, responsabile didattico del Master in Terapia Breve Strategica al Centro di Terapia Strategica di Padova.

Tragedia Mestre, lo psicologo a Notizie.com: "Offrire vicinanza emotiva ai sopravvissuti"
Tragedia Mestre, lo psicologo a Notizie.com: “Offrire vicinanza emotiva ai sopravvissuti” (Ansa Foto) – notizie.com

Professore, come si aiutano persone che sopravvivono a una tragedia del genere?
Va offerto loro uno spazio di ascolto per l’esperienza traumatica che hanno vissuto, attraverso un percorso con persone preparate a gestire queste situazioni”;

Quando arriva la fase della consapevolezza?
I tempi sono personali. Dipende dai singoli individui e da più fattori. Inizialmente c’è una fase in cui il primo pensiero è solo legato a quello che è successo. Successivamente si arriva a una consapevolezza e all’elaborazione di quello che è accaduto”;

Come si manifesta il trauma?
Le manifestazioni possono essere le più svariate. Le difficoltà di esprimono in tutti gli ambiti e possono andare dalla difficoltà a dormire o a mangiare. Ma ci sono anche persone che in una prima fase possono non manifestare assolutamente nulla, quindi avere una sorta di rimozione del trauma, negandosi completamente ciò che è avvenuto”;

Tragedia Mestre
Tragedia Mestre (Ansa Foto) – notizie.com

Come si può stare vicino a una persona casa che è sopravvissuto a questa tragedia?
Offrendogli vicinanza, soprattutto emotiva. Questo significa essere presenti, anche se la persona non vuole parlare o raccontare, comprendendo che ognuno avrà i suoi tempi per poter affrontare la situazione. Non è detto che nel primo momento parlarne possa essere la cosa migliore. Bisogna far sentire che ci siamo, rispettosi dei modi e dei tempi e mostrandosi disponibile. Se la persona ha voglia di raccontare la si ascolta, se ha voglia di stare in silenzio si rimane in silenzio”;

Qual è la terapia adatta in questi casi?
A livello terapeutico i supporti sono diversi e sono legati agli approcci del terapista che segue il caso. Dal mio punto di vista è importante offrire uno spazio di ascolto e ricorrerei all’uso della scrittura. Appena possibile, cercherei di proporre un lavoro di riscrittura di quello che il paziente ha attraversato: una sorta di romanzo del trauma, che possa servire a mettere un punto a quanto accaduto nel passato, in modo che non invada il presente e non precluda la possibilità della costruzione del futuro”. 

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