Giulia Di Quilio lancia la seconda stagione del podcast “È il sesso bellezza” e si racconta a Notizie.com tra sogni, carriera e propositi. Dopo una prima serie spumeggiante ora arrivano anche gli ospiti.
Giulia è nata a Chieti il 14 novembre del 1980 ed è nota soprattutto per quanto fatto a teatro da attrice. Ha recitato anche tra cinema e televisione, lavorando con registi di fama internazionale quali Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore e Sergio Rubini.
Con uno stile elegante e sempre misurato la ragazza racconta il mondo sessuale affrontando pregiudizi e difficoltà dal punto di vista femminile. Presentando la trasmissione l’anno scorso specificava che per i suoi primi quarant’anni ha deciso di farsi un grande regalo e cioè la licenza di poter dire davvero tutto. Inutile negare che ci aspettiamo un successo straordinario anche dalla seconda stagione.
Giulia Di Quilio, È il sesso bellezza: l’intervista
Ora però lasciamo parlare Giulia Di Quilio che ai microfoni di Notizie.com ha raccontato l’avvento della seconda stagione del Podcast “È il sesso bellezza”, svelandoci diverse curiosità e anche alcuni sogni custoditi nei “cassetti di casa sua”. L’attrice e podcaster specifica: “La prima serie è andata molto bene ed è stato inaspettato. Da piccola podcaster indipendente ho vinto il premio agli Italian Podcast Awards scontrandomi con realtà decisamente più grandi della mia. È stata una grande soddisfazione. La seconda edizione darà più spazio alle interviste, perché nella prima serie ce n’era una sola e visto che era andata molto bene ho dato più spazio e ho deciso di fare un modulo di monologhi come nella prima e affiancarli ad altrettante interviste alternando tutto di settimana in settimana. Sono tutte fatte ad attivisti della sex positive. Si parte dalle cose più diverse per arrivare a toccare molti temi. Ho parlato con dei ragazzi che si sono avvicinati alla sex positive con i tarocchi e dentro c’era tutto quello che mi piaceva raccontare. Poi c’è un’intervista a Serena Grasso, una ragazza che si occupa dei diritti sessuali per le persone con disabilità, un tema poco trattato. C’è uno psicoterapeuta, Michele Mezzanotte, mi piaceva capire da dove nascevano i taboo, saranno chiacchiere applicate alla psicologia”.
Aggiunge Giulia quando si parla di buonismo e le immagini censurate del suo Podcast: “Sui social aleggia il perbenismo. Il Podcast è un mezzo super libero dove puoi parlare di tutto. Sui social non riesco a promuovere il Podcast perché viene censurato per la parola “sesso” presente all’interno, non viene promosso per adescamento addirittura. Mi sembra davvero assurdo. Il corpo della donna viene sempre sessualizzato mentre quello maschile no e questo è abbastanza assurdo. Per questo sono finita sul Podcast dove riesci ad approfondire una tematica cosa che sui social non riesce dove vieni censurato”.
Andiamo a parlare della locandina della prima stagione che cita Nymphomanic di Lars von Trier: “È vero, ho voluto citarlo, anche se lì c’erano vari attori e nel mio c’ero solo io. Vedere il film mi ha aperto lo sguardo sul femminismo, l’ho trovato super femminista, è dalla parte della donna, il racconto di una donna. L’ho trovato nelle mie corde, mi ha illuminato. Proprio da lì nascono una serie di cose che si uniscono per arrivare al Podcast. È stata la prima volta che ho visto rappresentata una donna che parla della sua sessualità uscendone forte, mettendosi al centro del racconto e della narrazione. È stato importante. La nostra esperienza è importante sempre e dunque perché non raccontarla. Per me è stato un film illuminante”.
La carriera di Giulia Di Quilio
Parlando della sua carriera Giulia Di Quilio spiega: “Ogni esperienza è stata interessante in sé. Il lavoro più importante al quale ho partecipato è stata La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, sul set con Toni Servillo un maestro di recitazione. Il teatro è il mio primo amore, girare in tournée col pubblico a contatto è sempre un’altra cosa rispetto al cinema. In teatro senti le persone che vivono il tutto insieme a te. Sono stata in tournée d’estate dal libro di Umberto Eco “La misteriosa fiamma della Regina Loana”, un testo immenso e uno spettacolo molto vicino alle mie corde. Nella seconda parte del libro c’è il protagonista che va in coma e rivive tutte le persone importanti della sua vita che nello spettacolo diventa chiave varietà. Si mescolano le cose e c’è stato spazio anche per il mio bourlesque. Il Teatro è sempre il primo amore”.
I quaranta sono i nuovi trenta, si dice così, e un’artista così poliedrica cosa sogna di “fare da grande”, lei risponde: “Ci sono dei progetti che ho in testa e non li mollerò finché non li avrò realizzati tra cui far diventare video, una serie, il mio Podcast. Sto investendo attivamente risorse sia creative che produttive in qualche modo”.