L’ex difensore del Catania ha parlato in esclusiva su Notizie.com dopo la vittoria in Champions League con il Celtic. Il suo ricordo di Sinisa: “Era una grande persona”
A ruota libera, il giorno dopo la chiusura della due giorni di Champions, aspettando l’ultima giornata di campionato prima della sosta. Ciro Capuano, ex difensore di Catania e Bologna, ha parlato in esclusiva a Notizie.com elogiando i tecnici avuti in carriera. Sarri, apprezzato da fuori, rimane il preferito tra gli allenatori ora in Serie A: “Mi piace da sempre, dà gioco alle sue squadre e ha un ottimo rapporto coi suoi calciatori”.
Ciro Capuano, partiamo dal “tuo” Catania: è diventato una squadra iconica della Serie A.
“Ancora oggi viene ricordata, c’era un numero elevato di argentini. La dirigenza azzeccò alla grande la scelta. A un certo punto venne ingaggiato Simeone come tecnico, avevamo bisogno di un allenatore come lui. Tutto questo nonostante venissimo da un periodo tranquillo con Giampaolo. Il Cholo, visti i tanti suoi connazionali, parlava in spagnolo allo spogliatoio, ma si faceva capire eccome. E poi che grinta che aveva!”.
Raccontaci qualche aneddoto su Simeone. La Lazio l’ha ritrovato in Champions League…
“Mancava l’ultima giornata, dovevamo preparare la partita con la Roma. Noi eravamo salvi, loro avevano bisogno dei 3 punti. Per tutta la settimana ci ha detto: ‘Non mi interessa, io voglio vincere!’. Ci ha dato una carica clamorosa durante tutti gli allenamenti, quello che vedete ora in tv lo ha fatto nelle sedute settimanali. ‘Secondo voi non conta nulla questa partita, per me sì. Dobbiamo dimostrare di essere giocatori di Serie A’, ci ha ripetuto più volte. Ti trasmetteva la sua forza con il carisma, veniva al campo anche 2 ore prima degli allenamenti. Quella partita l’abbiamo vinta, è un piccolo esempio del suo carattere che mi porto dentro”.
A proposito di ex Lazio, al Catania hai avuto anche Mihajlovic come tecnico.
“Sinisa per me è stato il più grande allenatore mai avuto. Non lo dico per quello che è successo negli ultimi anni, purtroppo, ma per quello che ci ha trasmesso in quei pochi mesi alla guida del Catania. Mi faceva sentire ancora più ‘uomo’ con le cose che diceva. Era una grande persona. Adesso ci sono tecnici che pensano soltanto al gioco, io penso che si debba curare anche il rapporto umano. Mihajlovic, in questo, era veramente il top”.
Degli allenatori attuali in Serie A chi ti piace di più?
“Ho sempre apprezzato Sarri, l’ho ammirato ai tempi di Napoli e mi piace tuttora il suo modo di fare. Anche come fa capire alla squadra la propria idea di gioco. Conosco molti suoi ex calciatori, so che rapporti ha avuto con loro. Venendo a quelli più giovani, invece, penso che Italiano presto verrà preso in considerazione a livello internazionale”.
Il più forte attaccante mai affrontato?
“Ho giocato contro Ibra, di sicuro il più tosto marcato in carriera. Non serviva a nulla stuzzicarlo, criticarlo, il trash talking. Anzi, in queste situazioni si esaltava. Il bello del calcio è anche giocare contro certi giocatori, anche se la maggior parte delle volte va male…”.
La squadra favorita per lo scudetto?
“L’Inter è la candidata numero uno. Poi può succedere qualsiasi cosa, ma fin qui ho ammirato una squadra quadrata, faccio i complimenti a Inzaghi. Ha subìto pochi gol e ha cambi importanti. La vedo attrezzatissima, è la favorita per la vittoria”.