Il Sindaco di Roma risponde al CorSera sulla polemica legata alle licenze dei tassisti e chiede al Governo di correggere la riforma
I taxi, un problema nazionale, ma soprattutto capitale. Sono mesi ormai che i cittadini di Roma, ma anche tanti turisti non fanno che lamentarsi di tantissimi disagi che ci sono nel prendere i taxi, con attese allucinanti e centralini che non danno risposte, né chiamati direttamente né con le applicazioni. Il decreto Asset, quello appena approvato dal Parlamento, dà la possibilità ai sindaci di aumentare fino al 20% in più le licenze, ma ci sono tanti però a cui Gualtieri fa riferimento. “Noi avvieremo subito la procedura per aumentare le licenze e già questa mattina ho convocato il primo tavolo con i sindacati per parlarne”, spiega il Primo Cittadini di Roma al CorSera.
Un decreto, quello sulle licenze e sulla procedura da attivare appena passato in Parlamento, che tanti Sindaci non vedrebbero di buon occhio. “Questo decreto è positivo perché velocizza la procedura per noi sindaci riducendo a soli 15 giorni, anziché 60, il tempo di attesa per il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti, dopo il quale si potrà indire un concorso straordinario. È una procedura accelerata utile che però viene vanificata da un errore che avevamo chiesto di correggere durante l’esame parlamentare e invece è rimasto tale e quale».
Ed è proprio Roberto Gualtieri che spiega quanto è successo e quello che sta succedendo, tanto che cerca di spiegare cosa cambia e cosa sta accadendo sulla procedura e cosa rischia il Comune: “L’onere del concorso straordinario ricade interamente sulle casse del Comune. Quel 20% di risorse che nella procedura ordinaria veniva destinato all’amministrazione comunale, nel caso della procedura veloce finisce interamente ai tassisti“.
E in riferimento a questa situazione così angosciante per la Roma, tanti si chiedono cosa serve per migliorare ed eventualmente quanto tempo ci vorrà per avere dei nuovi taxi, visto che l’aumento delle licenze non avveniva da quando in Campidoglio c’era Walter Veltroni. “Con la nuova procedura si risparmia circa un mese e mezzo. Alla fine, il tempo complessivo è di circa un anno. Per un Comune è difficile scegliere una procedura più rapida e allo stesso tempo perdere diversi milioni. È un errore tecnico che avevamo chiesto di correggere e che il governo potrebbe ancora correggere. La mia non è una critica distruttiva; è positivo che il governo abbia voluto intervenire su questo ambito per aiutare i Comuni, ma per Roma diventa un problema di risorse. Non voglio incolpare nessuno, ma è uscito fuori un decreto con limiti ed errori”