Ecco dove finivano i sostegni Covid: scoperta truffa da 1 milione di euro

Importante operazione quella che è stata effettuata da parte della Guardia di Finanza che ha scoperto una truffa dal valore di 1 milione di euro: ecco dove andavano a finire i sostegni per il Covid 

Erano soldi destinati ad altro, ed invece qualcuno ha ben pensato di intascarli. Non per la Guardia di Finanza di Torino che, dopo una indagine eseguita, con la collaborazione da parte della Procura del capoluogo piemontese, ha ricevuto il “via libera” del gip che ha disposto il divieto di esercizio nei confronti di due soggetti. Non potranno più effettuare, la loro professione di consulente del lavoro, per quel determinato periodo. In concorso con altre sei persone.

Ecco dove finivano i sostegni Covid
Guardia di Finanza (Ansa Foto) Notizie.com

Le accuse nei loro confronti sono gravi. Senza dimenticare che i reati in questione sono diversi. Tra queste anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’indebita compensazione di imposte utilizzando crediti inesistenti, l’indebita percezione di erogazioni pubbliche, la truffa aggravata, l’esercizio abusivo di una professione e la falsità materiale. Senza dimenticare anche: il sequestro preventivo di denaro, beni immobili, autoveicoli e quote sociali.

Torino, soldi destinati ad altro: scoperta truffa da 1 milione di euro

Un valore che si avvicina al milione di euro. Nel corso delle indagini si è scoperto che, questi “sostegni” riconosciuti alle imprese per fronteggiare l’emergenza legata alla pandemia di Covid 19 e hanno consentito di portare alla luce l’esistenza di un modello di frode. In merito a ciò i due soggetti in questione (utilizzando documentazione falsa) hanno inoltrato sulla piattaforma digitale dell’Agenzia delle entrate molteplici comunicazioni per i medesimi contratti di locazione o d’affitto d’azienda.

Ecco dove finivano i sostegni Covid
Guardia di Finanza (Ansa Foto) Notizie.com

Per fare in modo di “gonfiare” i crediti d’imposta spettanti. Gli stessi che sono stati, successivamente, ceduti ad altre imprese ritenute compiacenti. Di conseguenza li hanno indebitamente compensati con propri debiti tributari, causando un grave danno per l’Erario. C’è di più visto che hanno ricostruito dei crediti inesistenti per oltre 1 milione di euro. Almeno la metà di quella cifra veniva utilizzata in compensazione dalle imprese acquirenti.

Importi annui superiori a 50 mila euro. Non solo: ad almeno nove imprese è stata inoltre contestata l’indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 340mila euro. Si tratta di contributi a fondo perduto stanziati dal Governo con diversi provvedimenti susseguitisi nel biennio 2020-2021. Sempre per lo stesso motivo: annunciavano che si trattava di soldi per cercare di combattere l’emergenza dovuta alla pandemia ed invece venivano utilizzati per altro.

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