In una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Messaggero” è intervenuto il numero uno di ‘Azione’, Carlo Calenda
L’ex candidato sindaco della Capitale ha affrontato moltissimi argomenti nella sua lunga intervista al noto quotidiano. Proprio come la manifestazione che si è verificata nella giornata di ieri e tanto voluta da Maurizio Landini. Al segretario generale della Cgil non le manda assolutamente a dire.
Queste sono alcune delle sue parole: “Chiama allo sciopero generale? È sempre la stessa storia: si distoglie l’attenzione dai problemi reali, come i salari troppo bassi. Politicizzare uno sciopero facendolo diventare una protesta contro il rischio fascismo è una deriva molto pericolosa. Con questo modo di fare opposizione non abbiamo nulla a che fare“.
Poi sulle polemiche di questi giorni, ovvero di questi giorni mentre si trovava al fianco dei lavoratori (che gli hanno voltato le spalle) ha ribadito: “Se non stai con la Cgil vuol dire che non difendi i lavoratori? E allora la Cisl, la Uil? Da ministro dello Sviluppo sono stato il più presente ai tavoli di crisi. Quello che non mi convince sono i toni populisti. Negli ultimi 30 anni i salari reali in Italia sono diminuiti del 2%. In Francia e Germania aumentati del 30. Mi sa che qualcosa l’hanno sbagliata anche i sindacati. A cominciare dalla Magneti Marelli”.
Sulla questione del salario minimo: “Noi vogliamo portare a casa il risultato, visto che quando erano all’opposizione anche Meloni e Salvini erano d’accordo. Un po’ come il Pd con l’abuso d’ufficio: ieri diceva di si, oggi che il governo vuole cancellarlo ha cambiato idea. Sono stanco di sentire che la democrazia è a rischio. Pensiamo ai problemi reali della gente: salari e sanità“.
Sempre su questo argomento ha aggiunto: “Col Pd abbiamo avviato un dialogo proficuo, ho sentito Schlein a telefono e siamo d’accordo. Servono dieci miliardi sulla salute: 8 per assumere nuovi medici e infermieri, due per rimborsare ai privati le prestazioni che il pubblico non riesce a garantire. 5stelle? Non ho avuto contatti diretti. Non voglio polemiche”.
Schlein e Landini hanno dichiarato che il jobs act è stato un errore, Calenda la pensa diversamente: “Questa è una gigantesca ipocrisia, confermata dal fatto che Landini ha licenziato il suo ex portavoce utilizzando quella legge. I licenziamenti con quella norma sono diminuiti. La Cgil dovrebbe trovare delle proposte, non sempre gli stessi slogan. Landini vuole tutto e non ottiene nulla”.
In conclusione: “In quella piazza c’era dentro un grande spirito anti-occidentale. Una volta la Cgil era la cinghia di trasmissione del Pd, oggi sembra vero il contrario”.