Il ministro Nordio in un’intervista su ‘Libero’ torna sul caso Apostolico precisando la sua posizione: “Nessun divieto a manifestare, ma…”.
Il giudice Apostolico continua a far discutere sempre di più. Il magistrato ora è al centro di una polemica per la sua partecipazione nel 2018 ad una manifestazione contro Matteo Salvini. E proprio su questa vicenda interviene il ministro Nordio in un’intervista su Libero.
“Nessun divieto di partecipare alle manifestazioni – sottolinea Nordio – ma secondo me il giudice non doveva scendere in piazza perché più metti in pubblico le tue idee politiche e più è vulnerabile la presunzione di imparzialità. Negli Stati Uniti, per esempio, il giudice viene addirittura interrogato rispetto ad alcune affermazioni e può essere ricusato per una battuta impropria. Dimissioni del giudice Apostolico? Su questo non posso esprimermi prima di essere in possesso di tutti gli elementi necessari. Di certo faremo degli accertamenti visto che sono state annunciate interrogazioni“.
“Nessun dossieraggio”
Il ministro Nordio non vuol sentire parlare di dossieraggio: “Non voglio commentare quel filmato, ma non mi piace parlare di dossieraggio. Anche perché si tratta di un evento pubblico e il video può venire da chiunque. Se decidiamo di adottare questo metodo, allora tutte le riprese ad eventi sarebbero dossieraggio“.
“C’è chi parla di violazione della privacy? Ripeto è un evento pubblico. Se uno prende parte ad una manifestazione in piazza non può dire di essere stato spiato nella vita privata. La cosa che mi stupisce maggiormente e dolorosamente è il fatto che parte della polemica arriva proprio dai magistrati“, aggiunge Nordio.
“La riforma della Giustizia fa avanti”
Nordio in questa intervista si sofferma anche sulla riforma della Giustizia: “Il provvedimento prosegue il suo percorso naturale. Sulle intercettazioni stiamo lavorando molto bene con il presidente Bongiorno e possiamo dire che quella sarà davvero una riforma radicale in senso garantista. Separazione delle carriere? Fa parte del programma ed è una promessa fatta agli elettori. Ma per renderla realmente efficace ci vuole una revisione costituzionale“.