Durissima la puntata andata in onda sulla Rai della trasmissione di Ranucci nei confronti dei cari del presidente del Senato
Torna Report, tornano le polemiche e le puntate roventi. La trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci si era chiusa con la vicenda relativa a Daniela Santanché e alla faccenda Visibilia e si è riaperta partendo proprio dalla procedura fallimentare che la Ministra e i suoi collaboratori hanno avanzato al tribunale di Milano. Non solo. La Santanché, nel corso della sua audizione alla Camera aveva garantito che avrebbe sanato all’istante tutte le divergenze con i dipendenti (cosa che gli aveva chiesto di fare anche la Meloni), peccato che i dipendenti sentiti da Report, passati tre mesi da quell’audizione, non hanno ancora ricevuto alcun denaro. Apriti cielo. Ma non è tanto questo a turbare, bensì il collegamento con Ignazio La Russa (che ha protetto negli anni la ministra anche col suo studio legale) e soprattutto la sua famiglia, con un’accusa velata e pesantissima che Report stesso ha fatto, accostandola alla mafia. Un resoconto pesantissimo.
Report ha fatto una ricostruzione datata nel tempo accusando il papà del presidente del Senato, Antonino La Russa e suo fratello Vincenzo, di aver fatto parte della Liquigas (vecchia società che gestiva le bombole di gas) con l’ingresso finanziario di Michele Sindona, il banchiere della mafia e accusato di aver fatto ammazzare l’avvocato Giorgio Ambrosoli. Non solo. Report ha anche intervistato un vecchio carabinieri in pensione che ha rivelato di un pentito, Luigi Lardo, che si sarebbe a sua volta infiltrato tra i boss di Cosa Nostra e avrebbe riferito che la famiglia La Russa aveva rapporti elettorali con la mafia siciliana. Una serie di cose e di situazioni che avrebbero fattp infuriare il Presidente Ignazio La Russa che prima aveva inviato un video di risposta a Report e alla domande della trasmissione, ma poi, attraverso il suo portavoce, ha diramato una nota durissima nei confronti della trasmissione.
La nota di Ignazio La Russa è durissima e non “Va subito affermato che dopo quasi due mesi di costose ricerche e di troupe sguinzagliate in varie regioni d’Italia, non avendo potuto trovare nemmeno un briciolo di attività non solo illegali, ma anche solo inopportune di Ignazio La Russa, Sigfrido Ranucci e i suoi compagni – il riferimento è ai giornalisti di Report – hanno optato per cercare disperatamente di infangare suo padre e la sua famiglia». Sarebbe questo l’aspetto che ha fatto infuriare il presidente del Senato e segnalato, attraverso una nota, dal suo portavoce. «Ricostruzioni del tutto difformi dalla verità e gravemente lesive dell’onore di chi, a cominciare dal defunto Antonino La Russa che oggi avrebbe 110 anni, in vita sua mai è stato oggetto neanche di un avviso di garanzia per qualsivoglia ragione“.
Ma la furia di La Russa non si ferma qui: “Report “accusa” Antonino La Russa di essere stato dopo il 1956 vicepresidente della Liquigas, società di quel finanziere Michelangelo Virgillito, tuttora osannato come benefattore della Chiesa e che mai ha avuto problemi giudiziari e che la trasmissione di Ranucci falsamente accusa per un episodio risalente al 1938. Ben 18 anni prima che il padre del presidente La Russa lo conoscesse. Ripetiamo: 18 anni prima di conoscerlo». Il portavoce del numero uno di Palazzo Madama, poi, riporta il passaggio di Report in cui verrebbe riportata l’accusa di un pentito, “secondo il quale nel 1994 il senatore Antonino La Russa avrebbe, insieme al figlio Vincenzo, chiesto voti in ambienti criminali a favore di Forza Italia“