In merito a quanto sta accadendo in Israele ha espresso un proprio pensiero Ferdinando Nelli Feroci. Quest’ultimo ne ha parlato in una lunga intervista concessa al quotidiano “Il Tempo”
Per Ferdinando Nelli Feroci non ci sono assolutamente dubbi: in merito a quanto sta accadendo in Israele quella di Hamas è una operazione suicida. Allo stesso tempo dubita che possa avere la meglio contro le forze militari israeliane che stanno già rispondendo all’attacco. Questo (e molto altro ancora) nella sua intervista al quotidiano “Il Tempo“. L’attuale ambasciatore e presidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) ne è pienamente convinto.
Queste sono alcune delle sue parole: “Possibile che gli obiettivi erano altri. Senza dimenticare anche gli errori commessi dai servizi di intelligence e dalle forze armate israeliane. Il secondo obiettivo è quello di riconquistare una leadership politica e morale nella galassia palestinese“. Anche per l’ambasciatore, dietro ad Hamas, c’è solamente un Paese: vale a dire l’Iran. “Forse, anche se in maniera inconfessata, il Qatar e la Turchia che in passato ha molto aiuto Gaza e Hamas“.
Come riportato in precedenza la risposta di Israele non si è fatta assolutamente attendere. Soprattutto con bombardamenti, attacchi aerei e droni. Anche se, il problema principale in questo momento, riguarda quello degli ostaggi: “Qualsiasi operazione nei confronti di Gaza dovrà essere commisurata sull’esigenza di salvare vite umane e quindi di intavolare una trattativa per la liberazione degli ostaggi. È possibile e che le forze israeliane tentino di entrare a Gaza per colpire obiettivi mirati“.
Dietro a tutto questo, molto probabilmente, c’è l’impronta dell’Iran: “Sicuramente Hamas non si sarebbe mosso se non con un consenso esplicito o implicito di Teheran. A Gaza abbiamo visto che sono in grado di costruire razzi e armi più o meno rudimentali. L’operazione di Hamas mira a destabilizzare questo governo. Un attacco che, però, rischia di far saltare l’ipotesi di accordo tra Arabia Saudita e Israele“.
In conclusione gli è stato chiesto se, alla fine, ci dovessero essere delle ripercussioni sul governo israeliano. Anche in questo caso la risposta non si è fatta attendere: “In primis c’è da considerare il fallimento in prospettiva di Hamas ma ancor più clamoroso del governo israeliano perché era del tutto inimmaginabile che Israele si trovasse così impreparato di fronte ad un’offensiva non improvvisata. Hanno perso di vista il fatto che Gaza continuava a costituire una minaccia“.