Il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ sulla guerra in corso in Israele: “Siamo pronti a lavorare per arrivare alla pace”.
Sono giorni di alta tensione in Israele e il rischio, come confermato ai nostri microfoni da Pietro Baldelli di Geopolitica.info, è quello di un conflitto molto più lungo del previsto. Situazione che il ministro Tajani affronta in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Voglio essere chiaro: l’aggressione di Hamas va condannata con fermezza – il pensiero del titolare della Farnesina – noi riconosciamo il diritto di Israele a difendersi, ma al tempo stesso va evitata una escalation che potrebbe avere conseguenze incalcolabili e incontrollabili sul piano regionale. Noi come Italia siamo pronti a lavorare per favorire il raffreddamento delle tensioni, come già successo a inizio anno con le intese di Aqaba e Sharm El Sheik e la successiva ripresa di una prospettiva politica“.
L’obiettivo, quindi, è quello di arrivare ad una pace il prima possibile, ma il ministro Tajani esprime anche preoccupazione per l’atteggiamento dell’Iran: “Vedere immagini in cui si fanno salti di gioia davanti al massacro di cittadini difesi è sicuramente un qualcosa di preoccupante. Purtroppo lo stallo del Processo di Pace non aiuta come la percepibile crisi di consensi dell’Autorità palestinese e di Hamas stesso presso i suoi cittadini“.
Sul ruolo dell’Italia il titolare della Farnesina non ha dubbi: “Noi siamo sempre per una politica dei due popoli e dei due Stati. Conosciamo molto bene la situazione, ma in questo momento non possiamo non stare dalle parte di Israele“.
Guerra che ha portato ad alzare il livello di attenzione in Italia. “Non registriamo particolari allarmismi, ma ogni obiettivo sensibile è protetto – garantisce Tajani – per quanto riguarda i nostri connazionali in Israele (sono 18mila e molti con doppia nazionalità) abbiamo l’unità di crisi sempre attiva e siamo pronti per ogni aiuto possibile“.