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Cronaca

Sms all’amante: “Se muoio è stata mia moglie”, ma i giudici la pensano diversamente

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Cristiano

Aveva inviato un sms all’amante scrivendo: “Se muoio è stata mia moglie”, anche se i giudici la pensano in maniera completamente diversa

Per raccontare questa vicenda bisogna tornare indietro di un paio di anni. Era precisamente il 5 aprile del 2021 quando nel quartiere di San Donato (Torino) venne ritrovato il cadavere, senza vita, di Ettore Treglia. Poco prima di morire l’uomo aveva inviato un messaggio alla sua amante con scritto: “Se mi trovano morto è stata mia moglie“. In questo modo ha mandato a processo la vedova. Un pensiero completamente diverso, però, per i giudici.

Cellulare (Pixabay Foto) Notizie.com

Questi ultimi, infatti, hanno nutrito molti dubbi in merito per poter condannare la donna. Per loro, infatti, si è trattato di una morte naturale. Tanto è vero la presidente della Corte d’Assise ha liquidato la faccenda con una rase: “L’assoluzione è un atto di civiltà“. Per la sentenza non ci sono dubbi: ad uccidere l’uomo un mix di alcol, ansiolitici e cannabis. Queste sono le motivazioni della sentenza che sono uscite pochissimi giorni fa.

Torino, scrive sms all’amante prima di morire: per i giudici si è trattato di morte naturale

Non è finita qui visto che, ad incidere sulla morte del soggetto, ci sarebbero state alcune conseguenze. Tra queste la difficoltà a cambiare posizione per poter respirare meglio. Il tutto viene chiamato “asfissia da posizione“. Così come non è da escludere un problema cardiaco pregresso. Anche se, quest’ultimo caso, nessuno è stato in grado di poter accertare. Come riportato in precedenza ci sono molti dubbi per la presidente della Corte d’Assise, vale a dire Alessandra Salvadori.

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Questa la sentenza ufficiale: “Principi di civiltà, prima ancora che di diritto, impongono di fronte a un dubbio di tali proporzioni di pronunciare sentenza di assoluzione”. Una sentenza che è stata emanata lo scorso 3 luglio. Gaia P., quindi, è stata assolta da ogni colpa ed altro. Proprio la donna era stata accusata dell’omicidio del marito, Ettore Treglia,. Il tutto dopo che l’amante di lui aveva mostrato ai carabinieri quell’sms.

Anche se, a dire il vero, in questa vicenda regnano troppe incertezze. Soprattutto per via del fatto che la vittima aveva raccontato troppe bugie. I giudici hanno concluso in questo modo: “Non risulta essere una persona attendibile, i tanti racconti inducono a ritenere che fosse un uomo propenso a inventare, mentire, ingigantire la realtà e che proprio nella stessa conversazione in cui lanciava le accuse contro la moglie, facesse altre affermazioni palesemente false“.

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