Nella giornata di ieri, martedì 10 ottobre, in Parlamento si è votato in merito alla crisi che sta colpendo il Medio Oriente. Su questo il politico si è soffermato dicendo e domandandosi: “Con i voti incrociati c’è stata una sostanziale convergenza. Ma quello che mi viene da dire è: allora perché il nostro testo all’inizio non andava bene? Perché non si è fatto uno sforzo di sintesi ulteriore?”.
Poi ha continuato dicendo: “Molto probabilmente avremmo dato una immagine ancor più forte di sostegno a Israele. Perché su un punto credo che nessuno potesse essere in disaccordo: e cioè sulla sospensione dei finanziamenti che in qualche modo finiscono nelle tasche di Hamas. La maggior parte delle resistenze le avevamo registrate sulla sospensione delle attività umanitarie. Cosa che però non abbiamo mai proposto. Semplicemente, parlavamo di finanziamenti a istituzioni che potessero fiancheggiare il terrorismo”.
Ovviamente non si è fatto assolutamente attendere l’attacco, anche in questa occasione, da parte sua nei confronti delle opposizioni che hanno avuto modo di ridire. “La loro mediazione è arrivata in extremis, al di fuori della discussione generale. E’ chiaro che non sapevano bene cosa fare. Ma il punto è un altro“. Poi si domanda ancora: “C’era davvero bisogno di marcare una distanza presentando testi diversi?“.
In conclusione ha ribadito: “Perché alla fine ci si poteva evitare un passaggio non necessario. Che evidentemente è servito a qualcuno per mandare un messaggio di natura elettorale. E’ bene quel che finisce bene, ma si poteva lavorare tutti assieme limando le parole, i dettagli della proposta. Avremmo dato l’impressione per una volta, e su un argomento tanto delicato, di remare tutti nella stessa direzione”.