“Se rivuoi il tuo cane devi pagare”, il terribile ricatto

Una storia struggente e che purtroppo non è ancora conclusa. Per farsi dare i soldi, veniva detto che l’animale era presso dei malviventi

Ha dell’incredibile una vicenda avvenuta nell’ottobre del 2015, che è finita in tribunale. Tutto è iniziato con un odioso raggiro: infatti, durante una festa, la proprietaria di diversi cani raccontò ad alcune persone che uno dei suoi animali, Whisky per l’appunto, simile ad un pastore maremmano, era diventato troppo aggressivo e la sua presenza in casa era diventata rischiosa per un nipotino. Lo sfogo è colto subito da una donna, l’imputata, presente anche lei a quella festa che “mostrò interesse per il cane ed andò a prenderlo il giorno dopo“, come si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna.

Un incrocio con un pastore maremmano
La terribile storia riguarda un incrocio con un pastore maremmano – Notizie.com

Accadde però qualcosa di imprevedibile, perché i figli della querelante, nel rientrare a casa, non videro il cane, e chiesero spiegazioni alla madre per rivederlo quanto prima. L’imputata venne quindi contattata subito dalla proprietaria, pentita di averle consegnato Whisky: «Rivoglio il mio cane». La risposta non fu delle più piacevoli: ricevette pressioni e richieste di denaro con la motivazione che «il cane si sarebbe trovato presso dei delinquenti in Castelvolturno».

Il riscatto e la verità

È stato chiesto una sorta di riscatto, quindi, per un totale di 200 euro per riavere il meticcio che, a suo dire, si trovava in mano di pericolosi malviventi. Nei giorni seguenti nuove richieste di denaro sempre maggiori ma del cane nemmeno l’ombra. È a quel punto che, assistita dal suo legale Antonio Carugno, si rivolse ai carabinieri. Entrambe le donne si ritrovarono anche dinanzi al maresciallo, ma non si arrivò ad alcun accordo, se non per la restituzione del denaro. Ma del cane nessuna traccia: Whisky, di fatto, era sparito nel nulla dopo essere stato prima portato in un’abitazione di proprietà di due anziani, a Boville, in località Scrima, poi preso da un amico dell’imputata e portato nella sua abitazione per un paio di giorni ed infine notato da un carrozziere che lo mise in macchina, per poi perderselo poche ore dopo per aver lasciato il finestrino aperto dell’auto.

Il ricatto con il cane
Purtroppo del cane non c’è ancora nessuna traccia – Notizie.com

«Per permettere che la stessa si arieggiasse, nell’aprire il finestrino dell’autovettura, il cane scappò e si resero vani tentativi di recuperarlo, sebbene la ricerca duro per due giorni», si legge nella ricostruzione dei fatti. Il giudice Dottor Giovanni Quadrino ha dichiarato la signora di Boville colpevole del reato di truffa, con una condanna di cinque mesi di reclusione, 120 euro di multa e un risarcimento dei danni in favore della proprietaria del cane che si è costituita parte civile.

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