Michele Giorgio, corrispondente per ‘Il Manifesto’ da Gerusalemme, in esclusiva ai nostri microfoni: “Il numero delle vittime palestinesi è in forte aumento”.
Michele Giorgio, corrispondente per Il Manifesto da Gerusalemme nell’intervista che ci ha rilasciato in via esclusiva, ci racconta di cosa stia accadendo nella Striscia di Gaza, della risposta durissima di Israele agli attentati di sabato scorso compiuti da Hamas, del numero di vittime civili destinate ad aumentare.
Quelle palestinesi hanno superato il numero di morti israeliani. Michele Giorgio nella telefonata con noi, ci restituisce un’immagine struggente e drammatica del conflitto in corso.
Michele Giorgio, dove ti trovi in questo momento?
“In questo momento sono ritornato a Gerusalemme dopo aver fatto un giro della Cisgiordania perché anche lì la tensione sta salendo molto. Naturalmente vi preciso che per la stampa non è possibile entrare nella striscia di Gaza. Ieri ero in quella zona, c’è una situazione di guerra. In lontananza si vedono le colonne di fumo alzarsi frutto dei combattimento sempre più intensi. Si parla con insistenza di questa offensiva di terra che potrebbe scattare in qualsiasi momento. D’altra parte i leader politici e militari israeliani ripetono ormai un solo concetto: quello che Gaza dovrà cambiare sia esternamente che internamente. Per quella che è la mia esperienza in questa terra, ritengo che l’obiettivo di togliere Hamas dal potere può essere fatto solo distruggendo Gaza“.
Mi sembra che tu insista su quanto a Gaza i civili palestinesi stiano lasciando le proprie vite.
“Io credo che si sufficiente sottolineare questo dato: siamo passati nel giro di due giorni da 600 a 1417 morti palestinesi. Noi in questi giorni abbiamo registrato 1300 israeliani uccisi. Adesso nelle ultime 48 ore il numero di vittime palestinesi ha superato quello degli israeliani e purtroppo corre. Non esiste più la formula del bombardamento chirurgico, ora vengono prese di mira le zone residenziali, si colpisce ovunque“.
La comunità internazionale cosa può fare?
“Io credo che ci sia un sostegno estremo che viene espresso da tutti i Paesi e, quindi, è stata data una sorta di via libera a questa risposta dura. Non credo che questo sia destinato a cambiare nei prossimi giorni o nel prossimo futuro“.
Intervista a cura di Luigia Lucani