Roberto Speranza in un’intervista a ‘La Stampa’ ritorna a parlare di sanità e critica alcune scelte da parte del governo: “I numeri della Nadef parlano chiaro”.
Roberto Speranza critica alcune scelte fatte dal governo sulla Nadef e lo fa in un’intervista a La Stampa. “I numeri parlano chiaro anche se io spero che le risorse della sanità verranno inserite nella legge di Bilancio – sottolinea l’ex ministro – ad oggi si prospetta una riduzione dei rapporti tra spesa sanitaria e Pil, che tenderà verso il 6%, mentre con noi 7%“.
L’esponente dem spiega anche perché il suo partito ha votato contro lo scostamento di bilancio: “Lo abbiamo fatto proprio perché non ci sono garanzie sulla volontà di mettere risorse sulla sanità. Il ministro Schillaci ha chiesto 4 miliardi, ma dico che non bastano. Io faccio il tifo perché i soldi arrivino. Ricordo che in gioco c’è la tenuta del sistema sanitario“.
Per l’ex ministro Speranza esistono i presupposti per una proposta unitaria sulla sanità: “Secondo me può essere fatta su due punti molto semplici: prevedere un meccanismo automatico di rifinanziamento. In questo modo si riesce a tenere la spesa sanitaria sempre sopra il 7% del Pil. C’è una mia proposta di legge già depositata. E poi c’è la necessità di abbattere il tetto di spesa per il personale sanitario, che impedisce di costruire un sistema ancora più forte“.
“Bisogna superare questo vincolo – aggiunge l’esponente del Partito Democratico – per favorire gli investimenti sulle assunzioni e sugli stipendi di medici, infermieri e tutti gli altri ministri del settore“.
Speranza in questa intervista si sofferma anche sulla proposta di Calenda di trasferire i soldi destinati alle liste di attesa alla sanità privata: “A mio parere, tutte le risorse che si trovano devono essere utilizzate per il nostro fondo sanitario e per rafforzare la sanità pubblica. L’obiettivo non deve essere quello di puntare ad un fondo mutualistico, in cui puoi curarti se hai i soldi per pagare l’assicurazione“.