Sultan Al Jaber, ministro degli Emirati Arabi Uniti, parla a ‘La Repubblica’ proiettandosi sulla Cop28 che lo vedrà presidente. Ecco le sue dichiarazioni.
Negli Emirati Arabi Uniti il conto alla rovescia per la Cop28 è iniziato. La Conferenza è in programma dal 28 novembre al 13 dicembre e sarà guidata dal ministro Sultan Al Jaber. Ed è proprio il futuro presidente a parlare a La Repubblica e svelare quali sono gli obiettivi previsti nel prossimo vertice.
“Uno dei pilastri della mia strategia per Cop28 è quello di una transizione energetica veloce e giusta – spiega Al Jaber – poi punto molto anche sull’inclusività, sui giovani e allo stesso tempo sulle industrie, che avranno lo spazio adeguato a Dubai. Io sono una cosa sono sicuro: è arrivato il momento che i Paesi mantengano gli impegni presi“.
La nomina di Al Jaber come presidente della Cop28 ha portato anche a diverse critiche visto il ruolo di ad di una grande compagnia petrolifera. Ma il ministro degli Emirati Arabi non vede nessun conflitto di interesse: “A chi mi critica chiedo se conoscono la più grande azienda al mondo di rinnovabili. Si chiama Masdar e l’ho fondata io“.
“Nel 2009, inoltre, ho sostenuto la campagna per portare negli Emirati Arabi l’Irena – aggiunte Al Jaber – sono stato anche inviato per il clima per il mio Paese negli ultimi dieci anni. E per un quadriennio ho ricoperto il ruolo di consulente su energia e cambiamento climatico di Ban ki Moon all’Onu. Insomma, non sono assolutamente estraneo a certi argomenti. E’ il mio pane quotidiano“.
Per Al Jaber questo è il primo “global stocktake dopo gli accordi di Parigi. Sappiamo che c’è bisogno di un cambio rotta e per farlo si devono tagliare 22 gigatonnellate di emissioni nei prossimi anni. Ma la Cop28 raggiungerà il suo obiettivo se porterà il mondo a fare i conti con la realtà, a trovare un punto di equilibrio tra passone e realismo. Noi abbiamo un unico nemico: le emissioni. Dobbiamo combattere loro e non farci la guerra tra di noi“.