Scandalo scommesse, possibili dimissioni del presidente della Figc Gabriele Gravina? Il ministro Abodi fa il punto della situazione
Il mondo del calcio italiano trema in merito alle ultime vicende che riguardano le scommesse. Un vero e proprio scandalo che è sulla bocca di tutti. Non solo nel nostro Paese, ma anche in altri. Durante un convegno dei giovani imprenditori a Capri è intervenuto Andrea Abodi. L’attuale ministro dello Sport ha voluto rispondere ad una domanda “scomoda”: ovvero sulla richiesta da parte della Lega per le dimissioni di Gabriele Gravina. L’attuale numero uno della Federazione Italiana Giuoco Calcio è entrato nel mirino delle critiche.
In merito a questo (e molto altro ancora) Abodi ha voluto fare il punto della situazione. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “Io più che pensare alle dimissioni di qualcuno, penso alla promozione di attività che consentano di limitare l’impatto di queste cose. Ognuno si misura con la propria coscienza e la Federazione ha promosso attività oggettive mettendo ognuno di fronte alle proprie responsabilità, poi anche la Federazione ha margini di miglioramento“.
Un discorso che è continuato in questo modo, quello da parte del ministro: “Facendo confusione ora, mettendo tante cose insieme, secondo me non si produce l’effetto che dobbiamo produrre che deve essere anche l’effetto di istituzioni dignitose, che nel rispetto delle differenze dei ruoli si mettono insieme per affrontare e risolvere i problemi. Questo la gente ci chiede“.
Ovviamente anche per il rappresentante del governo c’è molta amarezza per quello che sta accadendo. Uno scandalo che, secondo quanto riportato da Fabrizio Corona (proprio colui che ha sganciato queste clamorose “bombe”) potrebbe ingigantirsi sempre di più. Per il semplice motivo che, in questo scandalo, sono coinvolti altri calciatori. Non solo: club, presidenti e dirigenti.
Queste le sue parole: “Questa vicenda mi amareggia, ma molto dipende dalla nostra capacità di reazione. È un fenomeno che va preso di petto, senza nascondersi, sono cose che esistono, ed è meglio che escano fuori piuttosto che restare striscianti, come per tutte le patologie sociali“.
Poi ha continuato dicendo: “Credo che sia importante la risposta che daremo come sistema perché non c’è sviluppo senza fattore reputazionale. Le persone che ho incontrato mi hanno confessato di sentirsi dispiaciute, deluse, tradite: si va allo stadio non per un fattore inevitabile o per una predisposizione genetica, ma perché si parte da 0 a 0 e si crede che a determinare il risultato sia il corretto comportamento di chi scende in campo. Chi non è corretto va punito“.