Il plurivincitore del Premio Pulitzer ed esperto del Medio Oriente spiega quello che si dovrebbe fare e non si fa mai
“Sono convinto che la ragione principale per cui Hamas ha lanciato adesso questo attacco, ordinando anche che fosse il più omicida possibile, è stata di provocare una reazione eccessiva da parte di Israele, tipo un’invasione della striscia di Gaza, che farebbe migliaia di vittime civili fra i palestinesi. Questo a sua volta forzerebbe l’Arabia Saudita a uscire dalle trattative per un accordo con Israele, in corso sotto l’egida degli Stati Uniti. Così come forzerebbe i Paesi firmatari degli accordi di Abramo — Emirati Arabi, Bahrein e Marocco — a fare un passo indietro“. E’ una teoria piuttosto azzardata, ma è logica e fin troppo verosimile e non solo perché a dirla è Tom Friedman, il più grande e bravo editorialista del New York Times, vincitore di ben quattro Premio Pulitzer, ma perché potrebbe essere davvero il piano che ha avuto in mente il gruppo di Hamas, silente da anni, forse proprio per preparare una simile strategia del terrore.
L’esperto americano Tom Friedman si occupa da sempre di questioni del Medio Oriente, anche se questo genere di strategia del terrore con attacchi e crimini così efferati, non l’aveva mai vista. E’ rimasto scioccato dal vedere determinate situazioni. Una situazione analoga, racconta al telefono al cronista del Cor Sera, dice di averla vissuta “nel 1982 a Sabra e Shatila, quando le milizie cristiane massacrarono centinaia di rifugiati palestinesi, donne, bambini e anziani in primo luogo: la prima vittima che incontrai era un vecchio con la barba bianca e il foro di una pallottola alla tempia“.
Hamas non può essere un partner per la pace
“Non è che ci siano tante soluzioni per sistemare le cose, anzi solo una ovvero quella di creare due Stati“, il suggerimento di Friedman. Una cosa su cui si spinge da anni, ma non si è riuscito a trovare mai un accordo che mettesse le due parti su un tavolo e stipulare un patto in questo senso. Ora è guerra e da ogni parte del mondo arabo si spinge in questa direzione.
Tutti in Israele, e non solo, spingono affinché governo e forze israeliane vadano a prendere Hamas e cercare di distruggerla, provando a entrare a Gaza e demilitarizzarla. E questo vuol dire che ci debba essere un attacco di terra come da più parti viene ventilato, anche se fino adesso nessuno si è mosso. Friedman sostiene che sarebbe meglio aspettare ed evitare perché Hamas vorrebbe proprio questo: “E’ quello che vogliono Hamas e l’Iran, il Paese che li sponsorizza. Regola numero uno per loro è che Israele rimanga nella Cisgiordania e ora possibilmente anche nel Nord di Gaza, in modo che le sue forze siano sottoposte in modo permanente a una eccessiva estensione, portando a una continua tensione tra israeliani e palestinesi”.