Il Ministro della Difesa cerca di spiegare la situazione che sta coinvolgendo i militari italiani in Medio Oriente
L’attacco improvviso che è arrivato vicino alla zona della missione Unifil in Libano ha preoccupato e continua a preoccupare l’Italia e tutti quei paesi che sono coinvolti per proteggere quell’area, anche perché ci sono tanti militari italiani, e sull’argomento si spinge il ministro della Difesa Guido Crosetto che ha parlato con il quotidiano La Repubblica: “C’è stato un razzo, dicono deviato, che ha colpito il quartier generale Unifil a Naqoura. Ma non è stato un attacco diretto alla base. Il comando italiano si trova 11 chilometri più a Nord, a Shama. La decisione su Unifil non è nazionale, perché siamo lì con spagnoli, francesi, indiani e tanti altri. O resteremo tutti o ce ne andremo tutti”.
Quanto sta accadendo in Medio Oriente preoccupa da sempre e Crosetto sa bene di cosa si parla, essendo un’area che conosce bene, ma di sicuro dall’attacco del 7 ottobre tutto lo scenario che si conosceva o si pensava di conoscere è totalmente cambiato. Ora c’è anche il rischio di un’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano, una minaccia che può aggravare la crisi e allargare il conflitto. “Abbiamo assistito alla ferocia, alla spietatezza, alla mancanza di umanità dimostrata da Hamas: se Israele non avesse una reazione forte, proporzionata a una tale offesa, metterebbe in discussione lo stesso suo futuro. Israele ha la necessità di dimostrare al mondo che lo odia che ha una capacità di deterrenza, altrimenti è morta. Vede, non si tratta di mera contrapposizione politica: per Hamas è normale tagliare la testa a un neonato e per l’Iran uccidere una ragazza iraniana perché poco coperta dal velo. Significa che il valore della vita altrui è meno di zero. Quella gente non capisce il dialogo“.
L’equilibrio è delicatissimo e rischia di di mettere a repentaglio tutto quello che si è costruito fino adesso in quella zona, con il pericolo di veder uccisi migliaia di civili palestinesi. “Da ministro della Difesa devo indicare ogni prospettiva e dico che una reazione più che proporzionata, da parte di Israele, può provocarne un’altra, con una spirale che nessuno sa dove ci può portare. I palestinesi che vogliono fuggire da Gaza hanno bisogno di essere messi nelle condizioni di farlo. Ad impedirglielo è Hamas, e sono i suoi capi che non sono nella Striscia ma al sicuro in hotel a 5 stelle di altri Paesi”.
La via d’uscita per i civili è il valico di Rafah, in questo momento un passaggio essenziale per mettere a riparo civili e tante vite innocenti. Per Guido Crosetto un passaggio fondamentale: “È essenziale che quel valico venga aperto per consentire ai palestinesi di lasciare Gaza. L’Egitto dimostri la sua leadership nel mondo arabo e Israele che la guerra è solo contro Hamas. La comunità internazionale deve farsi carico di questa opzione. Mentre latita l’Onu, sempre più un’organizzazione che serve a sé stessa”.